Attualità - 17 novembre 2021, 10:10

Stadio Filadelfia, uno spiraglio per chi si oppone alle "vele": ammainate nel 2022?

Beccaria: “Occorre trovare una soluzione alternativa oppure si dovranno togliere o consolidare”. Miano: “Un obbrobrio. Contatterò di nuovo la Soprintendenza”

In foto le "vele" dello Stadio Filadelfia, riqualificato nel 2017

Le “vele” dello Stadio Filadelfia potrebbero non essere “per sempre”.

Potranno essere sostituite tra un anno, con un’opzione magari più ecosostenibile, consolidate oppure rimosse.

A confermarlo è Domenico Beccaria, presidente della Fondazione Stadio Filadelfia, la quale ospita all’interno della struttura la società del Torino Calcio per gli allenamenti della prima squadra, la stessa società che aveva richiesto già dal 2017 una soluzione per oscurarli da occhi indiscreti. 

La scelta delle vele fisse è stata richiesta a luglio 2021 dall’allenatore Juric, ma presentano diversi problemi per gli abitati di borgo Filadelfia, in particolare i residenti di via Spano e via Filadelfia - spiega Beccaria  -. C’è un problema di surriscaldamento durante il periodo estivo, di rumore, perché sbattono quando c’è temporale e vento impendendo anche il sonno notturno, e ovviamente alla vista, poiché che ostruiscono il panorama della collina”. 

Problemi che i “teloni” precedenti non avevano essendo ritraibili, non appena terminato l’uso. Le vele attuali sono parzialmente fisse, ovvero non possono essere arrotolate, ma non sono nemmeno completamente fisse perché per i due terzi della parte superiore sono fissate, il terzo inferiore è volutamente libero per consentire il passaggio del vento, evitando di caricare eccessivamente la struttura, ma causando diverso rumore. 

Tre le possibili soluzioni  

Una questione complessa che è stata riportata al centro dell’attenzione durante l’ultimo incontro del Cda della Fondazione. 

“Le vele sono temporanee, significa che fra un anno andranno smontate, sostituite o rinforzate totalmente”. 

“L’intervento di consolidamento ha un costo ipotizzato di 500/600 mila euro che secondo il contratto con il Torino Calcio, sarebbe la Fondazione a doversene incaricare. Potremmo procedere per vie legali nei confronti dell’azienda per provare ad avere un rimborso, ma nel frattempo rischiamo di dovere anticipare tanti soldi dalla cassa, soldi che vorremo per il realizzare il terzo lotto, quello del museo in via Giordano Bruno”.  

Resterebbe in ballo l’opzione dei cipressi. “Non è detto che sia praticabile ma sarebbe la soluzione ecosostebile che fa contenti tutti”. 

La terza opzione invece è di rimozione: “L’ultima alternativa è che si tolga tutto e la società faccia allenare lì la Primavera”. 

Miano: “Un obbrobrio, dal punto di vista paesaggistico si ostruisce la visibilità sulla collina” 

Anche il presidente della Circoscrizione 8, Massimiliano Miano, si era mosso in passato con la Soprintendenza per segnalare i disagi dei residenti soprattutto dal punto di vista paesaggistico: “Sono un obbrobrio - commenta tranciante -. Oggi se vivi lì, vedi un muro. Secondo me ci sono tutti i presupposti  di un “abusivismo” della società. la Soprintendenza dovrebbe dire la sua. Siamo contenti che lo stadio sia stato ripristinano, ma ci va condivisione territoriale su scelte che coinvolgono il vivere quotidiano delle persone che abitano quella zona - e aggiunge - Proverò a sollecitare il Soprintendete per una risposta sotto l’aspetto paesaggistico”.