Attualità - 04 dicembre 2021, 12:34

Bimbi in affido maltrattati, l’Ordine Assistenti Sociali del Piemonte: “No a generalizzazioni, seguiamo con attenzione”

“Stiamo accertando eventuali responsabilità” fanno sapere dall’Ordine

Bimbi in affido maltrattati, l’Ordine Assistenti Sociali del Piemonte: “No a generalizzazioni, seguiamo con attenzione”

Il caso di maltrattamento ad opera di genitori affidatari nei confronti di minori messi in protezione dalla loro famiglia su cui sta indagando la Procura della Repubblica di Torino scuote l’Ordine degli assistenti sociali del Piemonte.

Antonio Attinà, presidente Ordine Assistenti Sociali del Piemonte dichiara: “L’Ordine Assistenti sociali del Piemonte segue con attenzione la vicenda e sta avviando tutte le necessarie procedure per accertare se vi siano responsabilità sotto il profilo disciplinare da parte di professionisti assistenti sociali iscritti all’Albo piemontese eventualmente coinvolti”. “L’invito a media e politici dei professionisti dell’aiuto è quello però di non fare generalizzazioni che danneggiano inevitabilmente l’intera comunità professionale e minano la fiducia dei cittadini verso i servizi sociali e, più in generale, le istituzioni”.

Abbiamo piena fiducia nella Magistratura. - prosegue Antonio Attinà - Respingiamo con forza qualsiasi tipo di generalizzazione tesa ad addebitare all’intera categoria degli assistenti sociali comportamenti scorretti o condotte illegali nei confronti dei cittadini. Il rischio reale, e assolutamente da evitare, è quello di minare ulteriormente la fiducia delle persone nei confronti delle istituzioni. Creare diffidenza verso i servizi vuol dire arrestare i percorsi di aiuto verso i più fragili e alzare il livello della tensione sociale. Leggiamo che all’origine della messa in protezione dei minori ci sarebbero state condizioni economiche difficili e una violenza sessuale. Sono due elementi da non mettere insieme. È doveroso, ancora una volta, ricordare che la legge nazionale vieta di allontanare i bambini a causa di povertà e indigenza. Può accadere che in un contesto fragile dove sono presenti abusi, maltrattamenti o gravi mancanze educative e affettive ci sia anche un problema economico, ma questo non è mai la causa dell’inserimento del minore fuori famiglia”.

Attinà conclude: “Il sistema piemontese di sostegno alle famiglie e di tutela dei minori è sempre stato un modello positivo e di riferimento per altre realtà italiane. Compiere azzardate e non comprovate analogie con altre vicende accadute altrove ci sembra una semplicistica modalità di strumentalizzazione delle informazioni. Presso i Servizi della città di Torino operano professionisti competenti e di lunga esperienza, proprio nel loro rispetto e soprattutto a tutela dei cittadini che a loro si rivolgono, accerteremo con ogni mezzo a nostra disposizione eventuali responsabilità per quanto di nostra competenza”.

Comunicato Stampa

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