Dopo il lavoro a porte chiuse e il debutto trasmesso in streaming dal Teatro Goldoni di Venezia lo scorso dicembre, arriva a Torino, per la stagione del Tpe e finalmente dal vivo, "I due gemelli veneziani" di Carlo Goldoni per la regia di Valter Malosti nell’adattamento drammaturgico firmato insieme ad Angela Demattè. Lo spettacolo - coprodotto da TPE – Teatro Piemonte Europa, Teatro Stabile Del Veneto, ERT / Teatro Nazionale e Teatro Metastasio di Prato - è in scena al Teatro Astra martedì 21 e mercoledi 22 dicembre e poi dal 28 fino al 31 dicembre con una rappresentazione alle ore 20 a suggellare la fine del 2021.
Una nuova coproduzione TPE che segna il primo incontro di Malosti con Goldoni, in quello che il regista definisce "un lavoro a ritroso attraverso gli autori fondamentali nella costruzione di una lingua italiana per la scena». Rappresentato nel 1747 a Pisa, I due gemelli veneziani si avvale dell’espediente letterario di plautiana origine dei gemelli identici per innescare divertenti equivoci e contestualmente raccontare di duelli, amori e disamori, fughe, prigioni, matrimonio e ritrovamenti. Lo sciocco Zanetto e, per inverso, lo scaltro e fascinoso Tonino, entrambi interpretati da Marco Foschi, diventano fulcro narrativo e simbolico di quel senso del doppio, dello sdoppiamento che permea l’intero spettacolo: macchiettistico e umano, comico e tragico, vitale e mortale".
Immersi in una atmosfera noir dai toni cupi e misteriosi, i personaggi si incontrano e scontrano in un andirivieni di maschere tra cui si staglia, su un piano del tutto onirico, un Pulcinella (Marco Manchisi), introdotto con grande intuizione dal regista e qui presentato in una veste spettrale quasi demonica come perfetta sintesi della dualità vita/morte.
Lo spettacolo si staglia così sul crinale sottile che lega la vita e la morte e contiene già i germogli di quell’allontanamento dalla Commedia dell’Arte di cui Goldoni si farà primo promotore. È una commedia bislacca in cui sono presenti dei morti in scena e un antefatto di indiscussa crudeltà. Un mondo violento, oscuro, profondamente in crisi che va avanti grazie all’energia vitale delle diverse umanità che si dispiegano sul palco. Fra gli altri interpreti Danilo Nigrelli (Pancrazio), Irene Petris (Beatrice), Alessandro Bressanello (il Dottor Balanzoni/Tiburzio) Anna Gamba (Rosaura) Camilla Nigro (Colombina) e Valerio Mazzucato (Brighella/Bargello).
Attraverso i Mémoires e la trasposizione che Strehler ne aveva fatto in forma di sceneggiatura, Malosti riscopre un Goldoni diverso; non solo avvocato letterato ma “uomo di teatro” e in questo senso profondamente ancorato alle assi del palcoscenico. Tra le righe del testo è possibile conoscere e riconoscere una umanità simile alla nostra.
Lo spettacolo si arricchisce del contributo sonoro di G.U.P. Alcaro che favorisce e incornicia una ambientazione noir e amplifica la natura e i caratteri dei personaggi in uno schema di rimandi/riflessi a comporre quasi una colonna sonora cinematografica. La scenografia è quasi assente e con pochissimi oggetti di scena, una scatola nera ideata da Nicolas Bovey, autore anche delle luci, e mosso dall’obiettivo di creare uno spazio fisico che – come afferma il regista – "parte dalla casa e si sfalda in un labirinto di vicoli e prospettive misteriose".
"Era da tempo che volevo lavorare su Goldoni - racconta Malosti - dopo le precedenti esperienze intraprese con Testori, Pasolini, Gadda, Fellini e Pirandello in un percorso corpo a corpo sulla lingua italiana per la scena. Complice l’amore per Strehler, che per tutta la vita ha considerato Goldoni un alter ego, ho sentito l’esigenza di confrontarmi con il genio veneziano. Ho scoperto un linguaggio poetico intriso di una grande umanità che ho cercato di rendere comprensibile come fosse un poema. Ne viene fuori una cosa interessante da sentire e da vedere".