Fino al 9 gennaio 2022 nell’Auditorium del grattacielo Intesa SanPaolo due capolavori di Cima da Conegliano.
Artista tra i maggiori esponenti della scuola veneta tra XV e XVI secolo è a Torino con due opere dal medesimo soggetto, la Madonna con il Bambino, provenienti dalla Pinacoteca Nazionale di Bologna e dal Petit Palais di Parigi.
Per la prima volta sono dunque due gli “ospiti illustri” protagonisti dell’ormai tradizionale appuntamento espositivo torinese che la Banca organizza nel periodo delle festività invernali.
“Cima da Conegliano - spiega lo storico dell’arte Stefano Zuffi - non è uno dei primi artisti che ci vengono in mente, ma quando ci capita di vedere le sue opere ne siamo folgorati. La sua carriere si svolge in contemporanea a quella di Giovanni Bellini che ha accompagnato la storia della pittura veneziana dalla metà del 400, ancora in chiave e tardogotica fino al pieno sviluppo del tonalismo del primo 500. Cima che è veneto si sovrappone proponendo un’alternativa con una finezza esecutiva straordinaria. Una pittura che piacerà molto anche a Dürer”.
In mostra
I due capolavori dai tratti delicati e lineari si rispecchiano l’uno nell’altro all’interno dello spazio espositivo. In entrambi è presente il tocco elegante, raffinato eppure deciso dell’artista, così come in entrambi sono presenti elementi della terra natale di Cima da Conegliano, rappresentazioni di luoghi che amava come la Chiesa Pieve di San Pietro di Feletto. E ancora tra gli aspetti che condividono le due opere, la firma dell’artista: nella Madonna del Bambino di Bologna, è scritta a chiare lettere sul lato destro del quadro, mentre nell’altra di Parigi è stata abilmente coperta, probabilmente da qualche rivenditore di arte, per poi scrivere sopra IOANNES B., come a voler far passare l’opera per quella del coetaneo e più noto Giovanni Bellini.
L’opera bolognese è la più antica ed è percorsa da simboli: le braccia incrociate sul torso di Cristo evocano la posa del Vir dolorum, mentre il parapetto su cui egli sta in piedi è un’allusione alla pietra dell'unzione, sulla quale il corpo del Cristo morto è stato preparato per il sepolcro.
Il quadro del Petit Palais di Parigi è invece più intimo: la Vergine è seduta e il parapetto di marmo è scomparso. La sua mano destra tiene saldamente il Bambino mentre la sinistra ne sfiora delicatamente il ventre. Mai prima di Cima si aveva avuto l’impressione di poter entrare in modo così realistico nella scena sacra di un dipinto.