“Ora ci sono tutte le condizioni per rendere immediatamente operativo l’accordo di filiera raggiunto per fermare la speculazione in atto sul prezzo del latte alla stalla”. Questo afferma il presidente nazionale della Coldiretti Ettore Prandini in riferimento al via libera dell’Antitrust al protocollo d'intesa della filiera lattiero-casearia che prevede un aumento fino a 4 centesimi del prezzo minimo del latte alla stalla da parte della grande distribuzione e dei caseifici senza che vi sia un impatto sui consumatori. Alla vigilia dell’incontro del tavolo latte del 30 dicembre, convocato dal Ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli, l'Autorità Antitrust riconosce che il Protocollo è finalizzato a sostenere "transitoriamente il reddito degli allevatori in una situazione di effettiva emergenza e di forte impennata dei costi di produzione" che mette a rischio secondo la Coldiretti il futuro di 26mila stalle presenti in Italia. “Davanti all’esplosione dei costi di energia e mangimi è necessario – conclude Ettore Prandini – adeguare subito i compensi riconosciuti agli allevatori italiani per tutelare il lavoro e la dignità delle imprese di allevamento ma anche per salvare un intero sistema fatto di animali, di prati per il foraggio, di formaggi tipici ed evitare lo spopolamento e il degrado di interi territori soprattutto in zone svantaggiate”.
Sergio Barone, presidente Coldiretti Torino, afferma: “Il comparto latte sta vivendo forti speculazioni di alcuni caseifici, che abbassano il prezzo pagato agli allevatori, e i rincari relativi alle materie prime schizzate alle stelle con il mais che registra +50 per cento, la soia +80 per cento e le farine di soia +35 per cento rispetto allo scorso anno, oltre all’aumento dei costi di trasporto. E’ necessario, quindi, dare stabilità alla zootecnia da latte regionale che ha un’importanza che non riguarda solo l’economia, ma ha una rilevanza sociale e ambientale notevole perché quando una stalla chiude si perde un intero sistema fatto di animali, di prati per il foraggio, di formaggi tipici e soprattutto di persone impegnate a combattere, spesso da intere generazioni, lo spopolamento e il degrado dei territori soprattutto in zone svantaggiate”.