Attualità - 02 gennaio 2022, 07:30

Costretta a pagare 2 volte la multa per la burocrazia, 480 euro per eccesso di velocità

Una sanzione per aver superato i limiti nel Comune di Ciriè è diventata un boomerang dopo che la donna ha inviato i documenti richiesti per la decurtazione dei punti dalla patente di chi guidava

Sanzione per eccesso di velocità a Ciriè

Ad essere onesti, a volte si paga il doppio. Si può sintetizzare così la storia di Paola (nome di fantasia), a cui una multa per eccesso di velocità del Comune di Ciriè è costata la bellezza di 480 euro a causa di alcune complicazioni burocratiche.

Andando a ritroso lungo il calendario, ad agosto le arriva una notifica ufficiale di infrazione per eccesso di velocità della sua auto, ma a guidare il mezzo era il figlio Francesco. “Mandammo tutta la documentazione, – spiega - sempre via pec, per dichiarare che era lui al volante, al fine della decurtazione dei tre punti sulla patente e pagammo la multa da 181 euro".

La vicenda sembrava destinata a chiudersi lì, ma la famiglia che abita a Volpiano a novembre riceve la seconda multa. Il motivo della nuova sanzione? “Mancava la suddetta documentazione quindi dovevo pagare 299 euro”.

Paola allora ha chiamato direttamente la Polizia Municipale, per spiegare che ad agosto aveva già inviato i documenti richiesti via posta elettronica certificata: a testimoniarlo anche la ricevuta. “Mi è stato risposto – spiega - che il personale era scarso e che forse non avevano visto i documenti inviati, anche se la pec equivale una raccomandata con ricevuta di ritorno, quindi di rimandarli usando sempre questo sistema perché mi togliessero la seconda multa”.

La donna non si arrende è prova a capire, essendo dalla parte della ragione, come non pagare la seconda sanzione. “Devo saldare comunque 299 euro, poi fare ricorso al giudice di pace al costo di 67 euro che devo portare di persona. Poi andrò in udienza di persona e mi verranno restituiti i 299 euro”.

Facendo il medico, con questi ritmi altissimi a causa della pandemia da due anni ad oggi, non trovo un sostituto per due giorni di lavoro perso (che dovrei pagare) e quindi pagherò la multa e chino la testa”. Amara la conclusione di Paola: “Questo è giusto? E' moralmente corretto?”, si interroga la donna.