Economia e lavoro - 11 gennaio 2022, 14:44

Zona gialla, ma non per tutti: per colpa di Omicron, gli alberghi torinesi si sentono in lockdown

Il tasso di occupazione delle camere per i primi due mesi dell'anno potrebbe non superare il 10%, proprio come un anno fa

Previsioni piuttosto cupe per il settore alberghiero torinese a causa di Omicron

Una zona gialla i cui riflessi sono di rosso acceso. Così si presenta il primo bimestre del nuovo anno per il mondo degli alberghi di Torino. "Colpa" (senza nemmeno troppe virgolette) del dilagare della variante Omicron, che di colpo ha innalzato i contagi e spaventato le persone che avevano in programma un viaggio, magari una settimana bianca, con l'inizio del nuovo anno.

Secondo quanto rileva Federalberghi Torino, infatti, i tassi di occupazione delle camere per gennaio-febbraio potrebbero non superare il 10%, proprio come lo scorso anno, quando l'andamento pandemico era però da zona rossa. Assente il turismo straniero in montagna, mentre in città alcuni alberghi e strutture ricettive vanno verso la chiusura temporanea per contenere le perdite. E anche per marzo, le previsioni non sono rosee.

Effetto lockdown "di fatto"

Il settore turistico-ricettivo torinese rischia quindi di vivere un “effetto lockdown” anche in assenza di misure restrittive da parte del Governo. Proprio come lamentato nelle scorse ore anche dal mondo del commercio. 

In montagna, dopo un periodo festivo che ha fatto registrare numeri positivi al netto delle disdette dell’ultimo minuto, si guarda con preoccupazione ai prossimi mesi perché continuano a mancare all’appello i turisti stranieri che solitamente, nel periodo gennaio-marzo, trascorrevano le settimane bianche nelle Valli Olimpiche.

 

Aiuti per il comparto

L’Associazione di categoria torna quindi a chiedere aiuti e sostegni per il comparto: dalla proroga della cassa integrazione covid e della moratoria dei mutui/finanziamenti al credito d'imposta sugli affitti e l'annullamento dell'IMU, fino agli sgravi sui tributi locali come TARI e COSAP. "Dopo due anni di lavoro a intermittenza gli imprenditori iniziano ad essere stanchi e sfiduciati, anche i più ottimisti hanno ormai perso le speranze in una ripartenza definitiva in tempi brevi, quest’anno i dati ci dicono nuovamente che potremmo essere costretti a fare i conti con un ulteriore calo del fatturato e di fatto siamo in una sorta di lockdown percepito pure in assenza di decisioni governative in tal senso – spiega Fabio Borio, presidente di Federalberghi Torino – non possiamo continuare così, nessun imprenditore può reggere i costi e le spese di un anno, che tra l’altro aumentano si veda il caro bollette, facendo unicamente affidamento sui fatturati di 3-4 mesi. Chiediamo allo Stato e agli enti locali di intervenire il prima possibile prevedendo concrete misure di sostegno e sgravi fiscali per alleggerire la pressione sulle aziende e garantire così la tenuta di un settore economico che vale 13 punti del PIL e dà lavoro a centinaia di migliaia di persone".