Quello di Azhar Mohssine non è stato “un gioco finito male", ma un comportamento altamente rischioso in grado di cagionare anche un incidente grave, come purtroppo é accaduto. Ne sono convinti gli inquirenti che indagano sulla morte di Fatima Skika, la bimba di 3 anni precipitata dal quinto piano di un edificio di via Milano, a pochi passi dal mercato di Porta Palazzo.
Ascoltate una dozzina di persone
Nelle ultime ore sono state ascoltate una dozzina di persone, fra cui la mamma della piccola, Lucia Chinelli, e i tre uomini che giovedì sera erano in casa con Mohssine, il 32enne compagno della donna fermato il giorno dopo con l’accusa di omicidio volontario con dolo eventuale.
Condotta molto imprudente
Il gip Agostino Pasquariello aveva convalidato il fermo, riqualificando però il reato in omicidio colposo. Un cambio di direzione che non convince gli uomini della Squadra mobile guidata da Luigi Mitola e il pubblico ministero Valentina Sellaroli, secondo i quali il “gioco” di Azhar di lanciare per aria la bimba, dopo avere assunto droga e alcol, in un balcone largo meno di ottanta centimetri, è da considerarsi una condotta imprudente che poteva provocare la morte della bimba, come in effetti é stato.
L'esito dell'autopsia
Ad avvalorare le ipotesi investigative anche il risultato dell’autopsia eseguita ieri dal medico legale Roberto Testi, secondo cui la bimba non è caduta verticalmente, ma avrebbe effettuato una parabola, con il corpo che è stato ritrovato dai soccorritori al centro del cortile.