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Economia e lavoro | 02 febbraio 2022, 10:44

Ex Embraco, se a Torino è arrivato lo stop, la "gemella" di Italcomp trova un futuro

Offerta vincolante per la Acc di Mel da parte dell'italiana Sest: con lo stabilimento di Riva di Chieri dovevano formare il polo italiano del compressore

manifestazione di operai

Una delle ultime manifestazioni degli operai Embraco a Roma, di fronte al Mise

La beffa, a volte, arriva anche dopo il fischio finale. E in questo caso si tratta davvero di una beffa amara, per i lavoratori ex Embraco di Riva di Chieri. Mentre per loro infatti si sono aperte le porte della naspi, come unica prospettiva, un'offerta vincolante è arrivata sui tavoli del commissario della Acc di Mel, la fabbrica di Belluno che doveva essere la "gemella" di Embraco all'interno del progetto Italcomp, prima lanciato dall'allora ministro Stefano Patuanelli (con Alessandra Todde sottosegretario) e poi caduto nel dimenticatoio con il Mise passato a Giancarlo Giorgetti (ma con Todde viceministro).

Una buona notizia, ovviamente, per l'azienda veneta. Ma anche un motivo di rammarico per chi, in quel piano, ci aveva creduto davvero e ora può solo osservare come certe potenzialità stiano comunque trovando un futuro, a qualche chilometro da qui.

L’offerta vincolante di acquisto della ex ACC-Wanbao, oggi in amministrazione straordinaria, da parte di Sest (gruppo LU.VE.) costituisce certamente una buona notizia, poiché allontana il rischio di un definitivo fallimento”, commentano Gianluca Ficco, segretario nazionale Uilm e Michele Ferraro, segretario della Uilm di Belluno. “Ci conforta anche che l’acquirente sia italiano, ma attendiamo di conoscere nei prossimi giorni il dettaglio del piano industriale – sottolineano -. Abbiamo chiesto al Ministero dello Sviluppo economico di convocarci quanto prima”.

Una richiesta che, da Torino, è stata avanzata più volte. Senza risposta.

Massimiliano Sciullo

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