Politica - 05 febbraio 2022, 15:47

Eutanasia e cannabis, nasce il coordinamento per difendere i referendum. Cappato: “In gioco la democrazia”

A pochi giorni dal giudizio di ammissibilità sui due quesiti da parte della Corte Costituzionale, il politico e attivista chiama a raccolta i sostenitori: a Torino le organizzazioni aderenti sono 20

I radicali si schierano a difesa dei refedendum su cannabis ed eutanasia

In gioco ci sono la democrazia e la Costituzione come strumento della partecipazione democratica”: con questa parole forti, il tesoriere dall'associazione Luca Coscioni Marco Cappato ha rivolto un appello alla cittadinanza per difendere i referendum su eutanasia e cannabis. Dopo aver superato brillantemente la prova delle firme, i due quesiti sono infatti attesi da uno dei passaggi più importanti, quello del giudizio di ammissibilità da parte della Corte Costituzionale, atteso per martedì 15 febbraio.

Una questione politica e di democrazia

Per Cappato si tratta anche di una questione politica, con un Parlamento incapace di trattare tematiche di stretta attualità: “Nell'immobilità - ha sottolineato – e nell'immobilismo del Parlamento, dimostrati anche durante l'elezione del Presidente della Repubblica, la raccolta firme ha confermato la grande consapevolezza dell'opinione pubblica su queste tematiche. Forse ci arriveremo, tra qualche anno, anche senza referendum ma ci sono persone che soffrono e che non hanno più tempo di aspettare ancora per l'eutanasia; per quanto riguarda la cannabis, invece, con 6 milioni di consumatori è perfettamente inutile inseguire un proibizionismo nei fatti inesistente ma che alimenta una liberalizzazione mafiosa e paramafiosa”.

La difesa dei referendum fa affidamento proprio sulla Costituzione: “L'ammissibilità - ha aggiunto Cappato – dovrebbe essere la regola, le uniche eccezioni definite costituzionalmente riguardano la legge di bilancio, la ratifica delle convenzioni internazionali, l'amnistia e l'indulto; in teoria non ci sarebbe da discutere ma nei decenni la Corte ha spesso sbarrato la strada a referendum aggiungendo dei criteri. Il 15 febbraio ci sarà la possibilità di riaffermare il valore della nostra Costituzione: non dovessero essere ammessi si presenterebbe un problema di democrazia, bloccata dai sabotaggi e dai ricatti di partiti impotenti ma in grado di creare paralisi. Possiamo evitare tutto questo solo grazie alla partecipazione e all'attivismo delle associazioni”.

Il ruolo di Torino

Le firme raccolte nella provincia di Torino per eutanasia e cannabis sono state, rispettivamente, circa 60mila e 30mila, mentre le organizzazioni locali che hanno raccolto l'invito a difendere i referendum sono 20: “La nostra città - ha commentato l'esponente radicale e consigliere comunale Silvio Viale – ha una grande tradizione sui diritti civili e questo ha contribuito a creare terreno fertile per le raccolte firme: dobbiamo prepararci alla battaglia consapevoli che l'opinione pubblica è dalla nostra parte, speriamo di ritrovarci tra qualche mese per festeggiare un risultato vincente ma dovremo guardarci le spalle da quelli che si dichiarano amici”.