Errico Canta Male è l’alter ego musicale di Angelo Errico Mossi. Errico Canta Male è un cantautore torinese che “ruba” dalla musica degli altri, dai discorsi, dalle scritte sui muri input per creare le sue canzoni. Il suo primo album,”Quartieri Volume I”, è interamente dedicato alla città sabauda e ad alcuni suoi quartieri. Attualmente è al lavoro per far uscire il prossimo progetto “Elèison”, si tratta di un’opera multimediale che unisce musica, illustrazioni, suoni ambientali.
Angelo Errico Mossi si è trasformato in Errico Canta Male, come è avvenuto questo passaggio in musica?
Errico suona molto bene come nome, no? Non capita spesso di potersi scegliere un nome diverso da quello con il quale nasci. Canta male perché dicevano che non sapevo cantare e quindi ho deciso di farne un manifesto.
Cosa ispira la scrittura dei suoi testi?
Fondamentalmente rubo. Da musica di altri, dai discorsi, dalle scritte sui muri, dallo scrolling sui social network, dai libri. Quando ho rubato abbastanza cerco di mettere tutto insieme e di rivenderlo come roba mia. Mi piace raccontare storie.
Il tuo primo album racconta Torino e i suoi quartieri, in che modo li ha vissuti per poterli raccontare con la tua musica e le tue parole?
Se devo ambientare una storia in un posto, preferisco usare come set un palcoscenico che conosco. Sono cresciuto con le ballate irlandesi e ho conosciuto un sacco di posti senza esserci mai stato. Galway, Falls Road, Belfast, Derry pensando spesso che sarebbe stato fico sviluppare una geografia di ciò che vedevo intorno a me. Mi rendo conto che questo provincialismo è davvero diventato troppo di moda però a me non da fastidio perché, per dirla alla Ruggeri, “ero provinciale molto prima di voi”.
Il prossimo lavoro in arrivo si chiamerà “Elèison", quale storia ci racconterà?
Elèison è una parola intraducibile che vuol dire pressapoco pietà e/o misericordia ma non la misericordia che invochi a un dio o a un giudice. Una misericordia come un unguento, come un esercizio di amore costante.
Elèison è un progetto diverso, molto personale, nato durante la quarantena. Le canzoni in realtà sono vecchissime ma non avevano mai trovato un modo musicale di vestirsi. Il progetto è ambizioso: una breve opera multimediale, un po' di illustrazioni, un po' di musica, un po' di suoni d'ambiente. Se posso approfittare dell'occasione direi che sono alla ricerca di un disegnatore o una disegnatrice per le prime tavole del progetto. Ricercato tratto cupo! Gli altri artisti coinvolti sono Andrei “woodleg” e Manuela Andreani per la parte visiva mentre la parte musicale è stata prodotta da Federico Bertaccini e da me. Spero davvero di riuscire a portare tutto a compimento durante quest'anno senza che si mettano in mezzo pandemie mondiali, crisi personali, lavoro e vita. Ce la farò, prima o poi.
La sua Torino musicale e non.
La mia Torino è una città sofferente, ancora orfana di una strada da seguire. È come una donna che si è liberata di una relazione tossica ed è rimasta senza niente. Cerca di reinventarsi e finisce spesso per essere sfruttata, illusa e malmenata. È una città la cui grande forza è la vocazione all'agitazione, al rifiuto, alla lotta. Una città che ama nonostante il disagio, nonostante lo smog, nonostante nessuno creda più in lei. La mia Torino sono le persone senza una strada, senza un futuro, senza una prospettiva, estranee al compromesso ma che non si arrenderanno mai all'inferno che ci vogliono vendere come unica alternativa possibile.
News, live in programma?
Questi anni sono stati molto difficili. Ho annullato i live che avevo in programma perché dopo aver preso il covid e aver fatto, de facto, un altro lockdown ho sviluppato una leggera agorafobia e non sono ancora pronto a mettermi in gioco. Appena guarirò ritornerò in pista e non ce ne sarà più per nessuno!