"Al primo posto c'è la salute. Perché tagliate i fondi della sanità?". È questo uno dei cartelli esposti dai lavoratori no Green Pass, in sciopero stamattina davanti a Palazzo Civico per protestare contro l'obbligo scattato oggi di Super Green Pass per lavorare. Sotto le finestre del sindaco Stefano Lo Russo si sono date appuntamento un centinaio di persone di diverse aziende del Torinese, dalla Pirelli a Zara e Bartolini, fino a Mercati Generali, Caat, Dock' s, Carrefour, Sda e Avio Rivalta.
"Green Pass non garantisce stato di salute"
Lavora in quest'ultima azienda Pino, che è diventato uno dei simboli della lotta contro l'imposizione del Green Pass. Con il cartello collo "Regalo abbracci", racconta: "Anche se sono guarito dal Covid 19 non ho diritto alla carta verde, che ricordo non garantisce lo stato di salute delle persone".
"I più disperati lavoreranno in nero"
Il Governo ha stabilito fino 15 giugno l'obbligo di Green Pass per gli over 50 per accedere al lavoro. "Fino a quel sono sospeso: se c'è qualche datore che mi offre un posto, senza chiedere nulla, sono disponibile. Qualcuno di noi si può aprire anche la partita Iva: i più disperati di noi lavoreranno anche in nero". La maggioranza di loro prova a fare valere le loro ragioni tramite le parole dell'avvocato Alessandro Fusillo, diventato uno dei vessilli della lotta no Green Pass.
Cassa di resistenza per i lavoratori sospesi
A promuovere il presidio di oggi i Sì Cobas, che sostengono con l'associazione "NutriMenti" la cassa di "resistenza per dare sostegno concreto a tutti i lavoratori in difficoltà economica a causa della crisi, a partire da quelli sospesi a causa della discriminazione dell'obbligo vaccinale per gli over-50".