Pinerolese - 27 febbraio 2022, 14:54

Addio alla ‘Compania Teatral Piemonteisa’: si chiude una storia di 60 anni

La pandemia ha dato il colpo di grazia a una delle realtà più attive di Perosa Argentina, che ha coinvolto e fatto ridere generazioni

‘L’osto del doi da piche’, ultima commedia nell’inverno 2016

È un capitolo che si chiude, per Perosa Argentina, e per i tanti che giungevano al Teatro Piemont da tutto il Piemonte: l’ultimo sabato di gennaio è stata scritta definitivamente la parola fine sulla ‘Compania Teatral Piemonteisa’.

“È stata una decisione sofferta, quella di chiudere, ma l’unica decisione possibile. Mantenere aperta la società, e quindi il relativo conto, significava solo disperdere soldi in costi bancari” è la spiegazione pragmatica di Giuseppe Maretto, che ha fatto parte della compagnia da sempre, ed è stato l’ultimo a ricoprirne il ruolo di presidente.

La pandemia da Covid-19, è intervenuta a dare il colpo di grazia a una compagnia teatrale nata a metà degli anni Sessanta del secolo scorso, che ha subito negativamente il trasformarsi della società.

Una storia partita dall’Oratorio salesiano

“Le radici della nostra ‘compania’ affondano nell’Oratorio salesiano. Il teatro è parte integrante della vita dei Salesiani, che tramite esso avvicinano i giovani e le loro famiglie. Io e i miei coetanei perosini, siamo cresciuti all’Oratorio salesiano, e ci siamo approcciati al teatro fin da piccoli – ricorda Maretto –. Quando poi si è cominciato a dire che i salesiani avrebbero lasciato il paese, ci sarebbe sembrato davvero innaturale abbandonare il teatro”.

Ed è proprio da lì che ebbe inizio la ‘Compania Teatral Piemonteisa’, partendo dal carisma di Agostino Fassi, regista attore, e autore di commedie, unito al generoso impegno di molti altri. “Nella compagnia siamo sempre stati tutti sullo stesso piano, da chi recitava a chi attaccava i manifesti – sottolinea Maretto –. Ciò che colpisce dei testi scritti da Fassi, a partire appunto dalla metà degli anni Sessanta, fino ad arrivare al 1997, è l’attualità: eccezion fatta per il cambio di valuta, dalla lira all’euro, la moda che ovviamente è cambiata, negli abiti, e poche altre accortezze, le sue commedie potrebbero essere scritte oggi, trattando, sempre con leggerezza, problemi che continuano ad essere attuali, dalla corruzione ai maleducati che non raccolgono i bisogni dei cani”.

La svolta dialettale e femminile

La Compania Teatral Piemonteisa mantenne fede alla moralità e ai valori cristiani trasmessi dai seguaci di Don Bosco, con però due importanti novità: se con i salesiani si recitava in italiano, la Compania cominciò fin da subito a scrivere e recitare in piemontese, portando avanti, accanto ai valori cristiani, anche i valori, la cultura e la lingua piemontese. Ma la vera innovazione epocale, furono le donne a recitare sul palcoscenico assieme agli uomini: la prima di tutte, Bruna Fassi, figlia di Agostino, che mosse i primi passi sul palcoscenico sotto lo sguardo vigile del papà, e di fianco a quello che sarebbe diventato il suo futuro marito, uno dei pilastri della Compania, ovvero Piero Marchesi.

Da Fassi a Galliano

La storia delle commedie di Fassi, conta 370 rappresentazioni per 122 mila spettatori.

Nel 1997, per motivi personali, Agostino Fassi si ritirò dalle scene, e, per un paio d’anni, la Compania proseguì portando sul palco alcuni copioni scritti dallo stesso Fassi. Fu poi un altro pilastro della Compania, Flavio Galliano, a scrivere dodici nuove commedie, per un totale di 120 rappresentazioni, che porteranno al Teatro Piemont di Perosa Argentina 33 mila spettatori.

“Si tratta di numeri davvero importanti specialmente se si pensa che non eravamo una compagnia itinerante, ma siamo stati sempre legati al Teatro Piemont di Perosa, eccetto un breve periodo che ci ha visti esibirci a Villar nel teatro Riv, dove oggi c’è un supermercato, ed era la gente che veniva a vederci che proveniva da varie zone del Piemonte” ricorda Maretto.

Il 28 luglio del 2017 è venuto a mancare Flavio Galliano “Una grave perdita, non solo affettiva, per l’intera Compania – racconta la nipote, Alessandra Galliano, letteralmente cresciuta all’interno della Compania Teatral Piemonteisa –. La sua scomparsa ha segnato pesantemente le prospettive del gruppo, in un momento che già stava cominciando a mostrare difficoltà legate ai cambiamenti sociali. Ora la vita è più frenetica, per tutti, con entrambi i genitori che lavorano, spesso magari i nonni lontani. Tradizionalmente, all’interno della Compania Teatral Piemonteisa, era coinvolta tutta la famiglia. Oltretutto, stava diventando difficile anche trovare nuove leve che parlassero il piemontese”.

Il teatro nelle scuole

Senza più chi scrivesse nuovi testi, ha cominciato a profilarsi la parola fine per la Compania Teatral Piemonteisa e così, alcuni volontari attori della compagnia, la stessa Alessandra Galliano con Nando Busin, assieme a Carlo Frascarolo che per la Compania è stato scenografo, e ad Emilia Cristiano, che fa parte della compagnia teatrale Cantiere Senza Sensi, con l’intento di tenere vivo il teatro in Valle, e tramandarne l’arte alle nuove generazioni, durante l’anno scolastico 2018/2019 hanno portato la loro esperienza all’interno della scuola primaria, inscenando uno spettacolo all’interno della palestra della scuola primaria Cirillo Gouthier di Perosa Argentina, e portando due rappresentazioni anche sul palco del Teatro Piemont.

Poi è venuta la pandemia a complicare il tutto, e ad aggiungere un altro mattone al muro che stava portando la Compania Teatral Piemonteisa verso l’inesorabile chiusura, ma anche ad interrompere l’attività con la scuola.

“Proprio prima che scoppiasse la pandemia, sempre al Teatro Piemont siamo riusciti ad inscenare, con la scuola elementare, uno spettacolo per il giorno della memoria, a gennaio del 2020 – ricorda Galliano –. Lavorare con i bambini è stata una bellissima esperienza, che ci ha dato tanto, perché i bambini hanno tanto da donare”.

La scomparsa di Marchesi e la fine di un’epoca

Il 28 dicembre, nel pieno della pandemia, è scomparso l’altro pilastro storico della Compania, l’attore Piero Marchesi.

“A quel punto, abbiamo capito che avremmo davvero dovuto chiudere – commenta Maretto –. In piena pandemia, con l’impossibilità di incontrarsi, era tutto più complicato, quindi abbiamo procrastinato. Durante tutta la nostra attività, il ricavato dei nostri spettacoli è sempre andato in beneficenza, eccetto ciò che ci serviva per il Teatro Piemont che, pur non essendo di nostra proprietà, abbiamo sempre curato come se lo fosse, migliorandolo nel tempo. Ora, tenendo fede alla vocazione alla beneficenza, ed al legame iniziale con l’Oratorio che ci ha visti nascere, abbiamo devoluto quanto era rimasto sul conto della Compania alla Parrocchia, affinché venga usato per l’Oratorio”.

Rimane il dolore per una parentesi che si chiude per sempre, e rischia di portare con sé una parte importante di cultura, legata a queste Valli del Piemonte ed alla sua lingua.

Ma non scemano l’amore e l’importanza del teatro: “Fare teatro è un modo di aprirsi ed esprimere sé stessi, interpretando altri personaggi ed altre storie. Perché, proprio come diceva Proietti, nel teatro tutto è finto, ma niente è falso – conclude Galliano –. Il teatro mi mancherà sempre, ma soprattutto è una grande mancanza per tutti, per un paese e per le persone che lo abitano, è importante che ci sia il teatro, e sarebbe bello tornasse ad esserci qua a Perosa”.

Tatiana Micaela Truffa