Economia e lavoro - 28 febbraio 2022, 07:00

Come stanno reagendo le grandi aziende tedesche alla crisi in Ucraina

Il mondo del business tedesco ha condannato le azioni della Russia e invocato sanzioni che potrebbero rivelarsi un clamoroso boomerang per l’economia europea

La Germania è il Paese europeo che più di tutti è coinvolto economicamente e politicamente in Russia e in Ucraina, con investimenti diretti pari a 25 miliardi di euro nella prima e 3 miliardi nella seconda. I colossi industriali sono presenti sul territorio dei due Paesi con i loro impianti e i loro uffici, che impiegano sia personale tedesco che lavoratori locali. Siemens, Bayer, Bosch, Knauf: ecco alcuni nomi famosi fra quelli che adesso vedono messi a rischio i loro enormi profitti. Finora la linea politica non ufficiale di Berlino nei confronti della Russia è stato il cosiddetto Wandel durch Handel (cambiamento attraverso il commercio), un modo delicato ma persistente per fare pressione su un Paese per renderlo più aperto e democratico. Oggi sembra che in Germania siano passati alle categoriche dichiarazioni di principio:come riportato dal sito Strumenti Politici, il mondo del business tedesco ha condannato le azioni della Russia e invocato sanzioni che potrebbero rivelarsi un clamoroso boomerang per l’economia europea. L’avvio del Nord Stream 2 è stato bloccato: anni di lavoro diplomatico e investimenti miliardari sono stati fermati dal governo tedesco,mentre ci si chiede se l’ex cancelliere Gerhard Schröder, capo del consorzio che ha costruito il gasdotto, possa fare da mediatore.Una quindicina di anni fal’amministratore delegato della BASF, il gigante tedesco della chimica, aveva detto che la Russia ricca di energia e la Germania ricca di tecnologia rappresentano un’ottima unione:un’unione, tuttavia, che non è mai piaciuta a chi dall’altra parte dell’Atlantico sta accusando sempre più apertamente Berlino di aver spianato a Putin la strada verso Kiev.