Economia e lavoro - 10 marzo 2022, 07:00

Al via i progetto di rigenerazione urbana, Umberto Grella: "Vi racconto i casi di Muggio e Monza"

Dal 23 febbraio al prossimo 31 marzo, i Comuni italiani potranno presentare i propri progetti di rigenerazione urbana.

Dal 23 febbraio al prossimo 31 marzo, i Comuni italiani potranno presentare i propri progetti di rigenerazione urbana. Gli interventi che potranno beneficiare dei contributi dello Stato “sono quelli relativi alla manutenzione per il riuso e rifunzionalizzazione di aree pubbliche e di strutture edilizie esistenti pubbliche per finalità di interesse pubblico, anche comprese la demolizione di opere abusive realizzate da privati in assenza o totale difformità dal permesso di costruire e la sistemazione delle pertinenti aree”, come ricorda Marcello Zottola, dirigente del ministero dell’interno. Ne abbiamo parlato con uno specialista in materia, l’avvocato Umberto Grella, che ci ha aiutati a capire le potenzialità della rigenerazione urbana, attraverso il racconto delle esperienze di maggior successo di cui si è occupato.

Può citare un esempio riusciti di rigenerazione urbana in cui lei è stato coinvolto direttamente?

Un caso davvero particolare che ho seguito è quello del cinema Multisala abbandonato di Muggiò (MB), finito in un fallimento che ho seguito come consulente. Un rudere orrendo che ha richiamato anche l’attenzione di Striscia La Notizia, venne Vittorio Brumotti ad intervistarmi in loco. Dopo varie aste deserte (il complesso era frutto di un progetto errato e sfortunato, non riconvertibile) sono riuscito a concludere come consulente della procedura fallimentare la vendita dello stesso al Comune di Muggiò, che ora – con i fondi incassati dall’escussione della fidejussione che era stata versata a garanzia delle opere urbanizzative non eseguite – lo demolirà e creerà un parco urbano di pregio per la cittadinanza. Un caso limite virtuoso, dove gli errori del passato vengono purgati da chi li ha provocati approvando un progetto urbanistico non funzionale. Una operazione molto complessa dal punto di vista legale e professionale.

E per quanto riguarda il bosco verticale di Monza?

Un esempio virtuoso di riconversione di alcuni capannoni industriali desueti che ho seguito come consulente della proprietà insieme al progettista arch. Stefano Boeri.

Il progetto creerà un valore aggiunto ambientale evidente, riducendo lo spazio di suolo consumato in precedenza ed introducendo un elemento architettonico identitario di originale novità, ben riconoscibile nel quartiere ma capace anche di dargli nuova forma e nuovo senso.

In che modo la sua area di competenza si incrocia con il tema della rigenerazione urbana e perché’ il suo punto di vista è piuttosto privilegiato sull’argomento?

Sono un avvocato amministrativista esperto nei rapporti e nei contenziosi tra cittadino e pubblica amministrazione, con particolare focus sul tema urbanistico, edilizio e del real estate. Ho anche vissuto esperienze come amministratore pubblico e come project manager di interventi edilizi. Ho anche disegnato progetti urbanistici ed edilizi perché l’architettura è una mia passione. Sono consulente di imprese, professionisti e del Consiglio Nazionale dei Geometri. Insomma un mix di esperienze particolari che mi consente di affrontare le problematiche della rigenerazione urbana con una visione d’insieme. Una competenza ed una specializzazione sperimentata sul campo, anche con il caschetto di cantiere.

Questa tematica sembra molto attuale in Italia, perché?

Perché la maggior parte del patrimonio edilizio italiano è vetusto, le edificazioni nuove sorte negli ultimi 10/15 anni sono una minima percentuale.