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Immortali | 14 marzo 2022, 07:30

Eroi di ieri, ma sempre attuali

Vittorio Staccione, mediano del Torino di fine anni Venti, deportato ed ucciso in un campo di concentramento nazista, con la sua vicenda riporta alla luce gli orrori della guerra, nei giorni in cui l'Ucraina è martoriata

Vittorio Staccione

Vittorio Staccione, mediano del Torino di fine anni Venti

Una incredibile coincidenza, perché non voglio pensare che si sia trattato di nulla di più o di diverso, se no toccherebbe scomodare Shakespeare ed il suo “...ci sono più cose tra la terra ed il cielo...”, coincidenza però abbastanza comune nel mondo granata che in questo secolo abbondante di storia ha dimostrato di esserne così ricco, ci ha portato sabato 12 marzo a presentare una figurina prodotta da “Figurine Forever, dedicata a Vittorio Staccione, mediano del Torino di fine anni Venti, deportato ed ucciso in un campo di concentramento nazista.  

Coincidenza, dicevo, perché proprio in questi giorni il mondo intero torna a rabbrividire per il soffio gelido dei venti di guerra, quell’alito fetido che il drago del totalitarismo, poco importa se rosso o nero, tutti esecrabili sono,  ciclicamente riversa sulle speranze di pace e di un mondo migliore.  

Vittorio, ci raccontano il nipote Federico Molinario ed il giornalista Francesco Veltri nel libro “Il mediano di Mauthausen” dopo la militanza in maglia granata, ma non solo, a 31 anni appese le scarpette al chiodo per entrare nel mondo del lavoro, in alcune fabbriche torinesi. Qui esce e si sviluppa la sua passione politica, che lo porta in rotta di collisione con il regime fascista ed infine all’arresto ed alla deportazione, da cui non farà più ritorno.  

Una figura, quella di Staccione, che emana rettitudine morale, onestà intellettuale, coraggio e coerenza portati fino all'estrema conseguenza di pagare con la sua stessa vita per il suo credo politico.  

Insomma, un esempio per tutti, specie in questa nostra società così vuota di valori, specie in questo momento in cui il totalitarismo torna ad alzare la testa ed a minacciare i valori e le esistenze di tutte le persone che per i valori democratici hanno combattuto, nei quali fermamente credono e sui quali hanno costruito le loro Patrie, sovrane, indipendenti, democratiche.  

Le immagini crudeli che bucano gli schermi dei nostri televisori e portano nelle nostre case tutto l'orrore di questa guerra di aggressione all’Ucraina, si sovrappongono a quelle che ci hanno raccontato, per averle vissute sulla loro pelle, i nostri padri, i nostri nonni e danno ancor più valore alla scelta consapevole e coraggiosa di Vittorio Staccione verso quella libertà che egli riteneva essere bene supremo ed irrinunciabile per cui combattere e sacrificarsi.  

Oggi più che mai l'iniziativa di Figurine Forever, ben rappresentata da Emiliano Nanni, che ha deciso di devolvere all’ANED, Associazione Nazionale Ex Deportati, una parte significativa del ricavato e del Museo del Grande Torino che ha collaborato a questo evento, assumono un valore simbolico e bene augurante, affinché il futuro non ci costringa a commemorare altri Staccione, altri eroi, altri martiri della libertà.

Domenico Beccaria

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