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Attualità | 25 marzo 2022, 07:30

Filadelfia, un cortile per tutti

La fruizione del cortile dello storico impianto è un sacrosanto diritto di tutti i tifosi granata e di tutti i cittadini

cortile stadio filadelfia

Filadelfia, un cortile per tutti

Duemilacinquecento anni fa, tal Domizio Ulpiano, con tre frasi scolpite in granitico buonsenso, pose le basi per il diritto romano, da cui discende il diritto di tutte le nazioni civili moderne: ”Honeste vivere, alterum non ledere, suum uniquique tribuere”, ovvero, vivere onestamente, non danneggiare gli altri, dare ad ognuno quel che gli spetta.  

Perché questa premessa, così aulica, ad un articolo che si occupa del nostro Toro?  In questi giorni, il Comitato per la Difesa del Toro, ha presentato o sta per presentare una diffida, alla Fondazione Filadelfia e chiamando in correo, per omessa vigilanza, Città di Torino e Regione Piemonte, per la annosa ed al contempo sempre attuale questione dell’apertura al pubblico del cortile del Filadelfia.  

Purtroppo la premessa su cui si basa la diffida, ovvero che non risulti che il cortile storico faccia parte del contratto di locazione, è errata. Alla lettera “d” dell'articolo 1.1 si cita espressamente il “cortile storico” come parte della struttura concessa in locazione.  

Questo, che al di là del buonsenso che ci avrebbe comunque fatto dire che l’area di accesso e deflusso degli spettatori della tribuna principale non poteva non essere parte del contratto di locazione, oltre al fatto che di solito i cortili fanno parte delle proprietà o delle pertinenze di tutti i  condòmini e non sono una sorta di terra di nessuno senza regole o vincoli, rende di fatto irricevibile la diffida.  

Dal punto di vista legale, sia ben chiaro. Perché dal punto di vista morale, questa diffida è sacrosanta e mi trova in totale accordo.  

E se dal punto di vista legale, come consigliere di amministrazione della Fondazione, mi rallegro di non dovermi difendere da un fatto che non ho commesso ben due volte, uno perché il fatto non sussiste e due perché all'epoca dei fatti fui l'unico tra i consiglieri di amministrazione a votare contro a questo contratto di locazione, ma sarebbe più giusto definire di donazione, viste le molteplici clausole eccessivamente favorevoli al locatario, dal punto di vista morale mi rattristo, anche qui due volte, perché è una vergogna che si sia dovuti arrivare fino a questo punto per ottenere ciò che dovrebbe essere di diritto e perché la diffida è un grido di dolore dei tifosi granata, che meriterebbe di essere ascoltato ed accolto.  

Come hanno giustamente sottolineato i promotori di questa diffida, e come vado dicendo da anni, inascoltato, la fruizione del cortile storico è un sacrosanto diritto di tutti i tifosi granata e di tutti i cittadini, perché sta scritto in quello statuto che è stato elaborato con il contributo di tutti, nessuno escluso, i partecipanti al tavolo che diede vita alla Fondazione Filadelfia, che è stato accettato e sottoscritto davanti ad un notaio da tutti, nessuno escluso, i Fondatori, ed è il solido pilastro su cui la Città di Torino e la Regione Piemonte hanno basato la loro partecipazione alla Fondazione, non solo economica, sebbene determinante, ma anche politica, perché era un debito morale verso quei campioni che al Filadelfia, con le loro gesta, hanno dato lustro alla Patria nel secondo dopoguerra e verso tutti i cittadini che nei valori che quei campioni hanno rappresentato ci si riconoscono tuttora.  

Aggiungo che personalmente mi ha fatto sorridere, amaramente, il riferimento alla promessa di Cairo di rendere agibile il cortile “tutte le domeniche prima delle partite casalinghe e poi tutti allo stadio...” quasi la visita mattutina gratuita al cortile storico fosse il verme sull’amo, per far abboccare il tifoso e trascinarlo, a pagamento, allo stadio.  

Ma bella gente, non l'avete ancora capito che se Cairo avesse mantenuto un decimo delle promesse che ci ha fatto, il TFC giocherebbe in Champions?  

Il cortile, per tornare al motivo del contendere, è stato, su esplicita richiesta del TFC stesso, progettato a “compartimento stagno” rispetto al campo principale, proprio per consentirne la contemporanea presenza dei tifosi nel piazzale e di giocatori e tecnico in campo, anche durante le sedute a porte chiuse, e quindi deve rimanere aperto sempre, tutti i giornI, dall'alba al tramonto e non una volta ogni tanto per gentile concessione del signorotto che lo affitta, o forse meglio, lo tiene in ostaggio.  

E qui rispunta il mio amico Domizio Ulpiano, faro nelle tenebre, che ho sempre fissato come mia stella polare nella perigliosa navigazione della mia esistenza.  

In questo caso posso guardare tutti negli occhi, senza dover abbassare lo sguardo, perché ho vissuto onestamente, negando la mia approvazione ed il mio voto a questo contratto di locazione, non ho danneggiato gli altri, nello specifico i tifosi granata ed i cittadini torinesi, e sto dando ad ognuno quel che gli spetta, che si tratti delle critiche a Cairo come dell’approvazione al Comitato Difesa del Toro, con cui in passato ci sono più volte state incomprensioni e contrasti, anche piuttosto aspri.  

Adesso non resta che trovare gli strumenti migliori per combattere e portare a buon fine questa battaglia che merita di essere combattuta, perché giocatori, allenatori e presidenti passano, i tifosi restano, al di là di tutte le incomprensioni, perché in comune c'è una Fede senza limiti a sorreggerli.

Domenico Beccaria

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