C’è un pezzo di Pompei a Torino. Palazzo Madama riceve un primo assaggio della mostra “Invito a Pompei” che ospiterà poi a partire dal 7 maggio.
A essere svelate ieri sono state due opere: il colorato affresco "Parete affrescata con pittura da giardino" risalente al 25-50 d.C, della Casa del Bracciale d’oro, una delle vedute più importanti della paesaggistica antica con uccelli, piante e ricchi elementi naturali, l’altro è il "Mosaico con delfino di ambiente termale (tepidarium", risalente al 50-79 d.C, che rappresenta una figura del mondo animale, proveniente da villa della Pisanella, esterna al complesso di Pompei.
“In un percorso attraverso la vita quotidiana non poteva mancare anche il riferimento al fuori Pompei - spiega Massimo Osanna, Direttore Generale Musei Ministero della Cultura -. Ricordiamo che tutta l'area era popolata da ville di lusso. Era una zona legata all’otium e alla bella vita per così dire".
Due pezzi emblematici quelli presentati a Palazzo Madama che aprono la strada all’arrivo di 120 capolavori archeologici: oggetti che vengono dalle case utilizzate fino all’ultimo momento dell'eruzione.
"Sono tutti pezzi che raccontano vita quotidiana e abbiamo voluto proprio presentare la mostra come se fosse una casa: l’atrio, l’edicola, i triclini, l’arredo. Ecco, il modo di vivere che aveva appassionato tutti gli archeologici già nell'Ottocento".
A Torino per la prima volta è stata organizzata una mostra dedicata al grande sito archeologico di Napoli. "E' interessante che venga fatta qui, dove si fece l'Italia, ricordiamo che Pompei fu messa subito nell'agenda dell'Italia unita".
E oggi guardando al futuro si pensa a un sistema di rete fra musei. "Quello che facciamo oggi, una mostra tra un museo statale e uno comunale, è proprio quello che bisogna fare tra città e istituzioni. L'obiettivo cui aspiriamo è creare un sistema nazionale museale che coinvolga tutte le strutture da quelle civiche a quelle universitarie,10 mila musei che possano funzionare e fare rete".