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Sanità | 27 marzo 2022, 15:00

Il sesso dopo la diagnosi di tumore per le donne: Acto e Città della Salute si schierano al fianco delle pazienti

Il progetto si chiama "Sessualità e cancro: il sesso cambia, ma non scompare" e vede anche il finanziamento tramite un bando della Fondazione Roche

medico con il camice

Marco Mitidieri, il coordinatore del progetto

Che fine fa, il sesso, nella vita di una donna che scopre di dover combattere contro il cancro? Diminuisce, forse. Di sicuro cambia. Ma non sparisce. È proprio su questa tematica - di certo "scomoda", ma quotidiana - che si concentra il progetto della torinese Acto-Alleanza contro il tumore ovarico e i tumori ginecologici, dal titolo "Sessualità e cancro: il sesso cambia, ma non scompare". 

L'iniziativa di ricerca ha l’obiettivo di promuovere il benessere della persona e la ripresa della attività sessuale migliorando anche la percezione del proprio corpo in seguito alla malattia e ai trattamenti farmacologici e chirurgici sopportati. I pazienti saranno guidati a superare i sentimenti di vergogna e la paura di non piacere, di provare dolore o di aver perso la funzione sessuale. “Gli obiettivi generali sono quelli di promuovere il benessere individuale della persona e la ripresa dell’attività sessuale. Migliorare e implementare la comunicazione con il medico e con il proprio partner, ma anche l’accettazione del proprio corpo in seguito alla malattia ed ai trattamenti”, spiega Marco Mitidieri, dirigente medico presso AOU Città della Salute e della Scienza di Torino, specializzato in Ginecologia e Ostetricia, che ha coordinato il progetto di ricerca.

Tutto questo lavoro sarà possibile grazie alla collaborazione della Società Italiana di Sessuologia Clinica e Psicopatologia Sessuale (S.I.S.P.Se) e con le figure di Marcello Manfredonia, Elena Santucci e Maura Garombo. “Gli interventi – prosegue Mitidieri – saranno organizzati in gruppo, ciascun incontro prevederà una prima parte di psicoeducazione in cui lo psicologo, affiancato da una specialista in ginecologia oncologica, darà informazioni circa il cancro e la sessualità con argomenti sempre diversi. La seconda parte di ciascun gruppo invece servirà da sostegno per i pazienti che, qui, potranno esporre le loro incertezze condividendo le proprie esperienze. Lo psicologo cercherà con ciascun partecipante che vive in maniera unica la sua sessualità, di normalizzare il problema promuovendo l’accettazione (dei cambiamenti fisici ad esempio) e nuovi modi di vivere la propria sessualità. I gruppi – concude - saranno organizzati inserendo utenti che vivono diverse fasi della malattia e del trattamento così che ci possa essere aiuto reciproco”.

E accanto a questa iniziativa ci sarà anche la Fondazione Roche, che darà 20mila euro di finanziamento nell'ambito del bando ‘Fondazione Roche per i pazienti – ‘Accanto a chi si prende cura’, giunto alla quarta edizione e che ha premiato in tutto 22 progetti provenienti da tutta Italia, candidati per le aree onco-ematologia, neuroscienze-oftalmologia e malattie rare.

"La sessualità è di per sé un mondo complesso che racchiude la componente cognitiva, quella fisica e quella emotiva - commenta Elisa Picardo, presidente di Acto Piemonte -. La malattia può impattare su ciascuna di queste componenti compromettendo la vita sessuale dell’individuo e, di riflesso, peggiorandone la qualità della vita. Ogni incontro sarà un momento di riflessione in cui si potranno scambiare informazioni, parlare delle proprie sensazioni, delle emozioni che emergono e delle difficoltà quotidiane provocate dalla malattia, tutto all’interno di un luogo sicuro come il Ranch delle Donne, una vecchia fattoria risalente agli inizi del 1900. Qui si trova una nuova realtà  sociale in cui le donne e le loro famiglie possono vivere la loro malattia ritrovando la sensorialità e i doni della natura…riscoprendosi”.

Massimiliano Sciullo

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