Attualità - 28 aprile 2022, 09:27

Fine del Ramadan, Nosiglia scrive ai fedeli musulmani: "Sradicare ogni seme d'odio: le nuove generazioni portino pace e fratellanza"

L'arcivescovo di Torino ha inviato un messaggio in occasione del termine del periodo di digiuno per l'Islam: "Dio ci ha protetto dalla pandemia e ha consentito di aiutare chi aveva bisogno"

L'arcivescovo Nosiglia ha voluto mandare un messaggio ai fedeli musulmani per la fine del Ramadan

La guerra come monito, verso una fratellanza tra le religioni. La pandemia come emergenza in cui aiutare chi ha più bisogno. Sono questi i due passaggi fondamentali del messaggio che l'arcivescovo di Torino, Cesare Nosiglia, ha voluto mandare ai fedeli musulmani in occasione della fine del mese del Ramadan.

"Cari amici musulmani - esordisce l'alto prelato - volge al termine il digiuno del mese di Ramadàn, in cui ciascuno di voi si è sottomesso, con la mente e il cuore, all’obbedienza di fede verso Dio e ha consolidato i legami fraterni nella comunità.

Quest’anno, dopo le restrizioni imposte dalla pandemia, cristiani e musulmani possiamo finalmente celebrare le nostre feste rispettive, della Pasqua e di ‘Id al-fitr, con il ritorno ad una certa normalità, pur conservando un margine di prudenza".

La protezione durante la pandemia

E proprio dalla pandemia arriva la prima lezione, secondo Nosiglia, di cui fare tesoro. "In questi giorni di festa, i nostri cuori ci invitano a ringraziare insieme Dio Onnipotente e Misericordioso che nella Sua Provvidenza ci ha protetti nel periodo della pandemia e ci ha consentito sia di esercitare la solidarietà verso le persone più fragili e bisognose sia di ricevere le cure e l’attenzione necessarie. Per questo, rinnoviamo la nostra gratitudine a tutto il personale sanitario, ospedaliero, assistenziale, scolastico, che ci hanno aiutato a superare questo periodo molto difficile".

La guerra come monito contro l'odio e per la fratellanza

Ma l'altra grande questione che scandisce ormai da due mesi la vita di tutti è legata alla guerra. Un evento tragico, da cui però è necessario trarre un insegnamento e un invito, dice Nosiglia: "La guerra in atto in Ucraina accresce in noi la coscienza della necessità di sradicare in tutti ogni seme dell’odio e della violenza e di coltivare il seme della fratellanza universale. 'Sentiamo la comune responsabilità di invitare tutte le persone che portano nel cuore la fede in Dio e la fede nella fratellanza umana a unirsi e a lavorare insieme» per guidare «le nuove generazioni verso la cultura del reciproco rispetto, nella comprensione della grande grazia divina che rende tutti gli esseri umani fratelli' (Abu Dhabi, Documento sulla fratellanza umana, per la pace mondiale e la convivenza comune)".