Secondo l’ultimo rapporto 2020 dell’Istat gli ultraottantenni con gravi limitazioni di autonomia nelle attività quotidiane fondamentali e in quelle strumentali sono circa 2,3 milioni. A questo dato si aggiunge che in Italia gli ultrasessantenni sono il 23% dei cittadini, il numero più elevato in Europa. Le stime al 2030 a al 2050 confermano la tendenza all’invecchiamento della popolazione a fronte di una riduzione della natalità. La pandemia da Covid 19, poi, ha messo in evidenza l’impatto del distanziamento sociale sugli anziani, che colpiti dall’infezione e dalla solitudine, hanno pagato il prezzo più alto in termini di vite umane e relazioni affettive.
Parte da queste considerazioni il volume “Domiciliarità e/o residenzialità per il benessere degli anziani non autosufficienti “ curato dai ricercatori dell’associazione culturale InCreaSe - Guido Lazzarini, Paola Benetti, Luigi Bollani, Fabrizio Floris, Antonella Forte, Maria Rosa Guerrini, Maria Giuseppina Lucia, Vilma Rossi e Silvia Vercellino - e presentato questa mattina a Palazzo Civico insieme al Consiglio dei Seniores.
In questo contesto, secondo gli autori, le politiche sociali devono ripensare l’organizzazione dei servizi per gli anziani e le famiglie, creando ambienti in grado di corrispondere ai bisogni della quotidianità, ma soprattutto ai bisogni affettivo-relazionali degli anziani, al rispetto dei valori dell’età avanzata, mettendo sullo stesso piano le relazioni empatiche e le relazioni di cura.
Il testo intende offrire una riflessione multidisciplinare a partire dall’ipotesi che ‘domiciliarità e residenzialità’ sono due soluzioni di un percorso di vita che devono considerarsi interscambiabili a seconda dell’esigenza della persona e/o dei caregiver ed entrambe le scelte “devono poter ottenere gli stessi trattamenti socio-economici-assistenziali-sanitari da parte dell’Ente pubblico”.
La ricerca è basata su documenti, interviste e statistiche con proposte per rispondere adeguatamente ai bisogni degli anziani non autosufficienti.
Secondo l’assessore comunale al Welfare Jacopo Rosatelli "per le persone anziane non autosufficienti quella tra percorsi di cura residenziali e domiciliari dovrebbe essere una scelta libera. Affinchè questo sia possibile è necessario che siano messe a disposizione risorse adeguate, tenendo conto che questi interventi rispondono, in primo luogo, ad un bisogno di salute. La pandemia di Covid-19 ha messo in luce l’esigenza di potenziare le cure domiciliari e di integrare maggiormente prestazioni sociali e sanitarie, e il PNRR mette a disposizione ingenti risorse per raggiungere questi obiettivi".
“Il libro affronta problemi molto attuali di natura sanitaria, sociale e psicologica sul tema della popolazione anziana più fragile, in particolare, affronta la questione della residenzialità o dell'assistenza domiciliare delle cure, quali proposte per aiutare gli anziani e le famiglie coinvolte come ‘caregiver’ a gestire fisicamente ed economicamente la situazione della cura del familiare malato - ha sottolineato Edoardo Benedicenti, presidente del Consiglio dei Seniores della Città di Torino – e siamo molto contenti di aver dato il nostro contributo e, ancor più lieti, se tutto questo servirà a far meglio comprendere le necessità di cui hanno veramente bisogno le persone e le rispettive famiglie per risolvere l’annoso e doloroso problema delle persone non autosufficienti”.
L’incontro, patrocinato dalla Città di Torino, è stato promosso dal Consiglio dei Seniores, in collaborazione con InCreaSe che opera con ricerche scientifiche e azioni sul campo per contribuire al benessere sociale e al conseguimento di uno sviluppo sostenibile, inclusivo, equo e stabile.