Ok, l'abbiamo capito: la scena che hanno iniziato a girare a Torino è quella di una palla (di fuoco? questo ce lo sveleranno solo le lavorazioni in post produzione) che scende lungo corso Fiume - che in realtà è Roma - fino a travolgere un autobus. E forse andandosi a schiantare in Po.
Ma al di là di questo, l'aspetto più curioso della presenza della troupe di Fast&Furious in città è senza dubbio tutto il "circo" che Hollywood porta con sé. Matrice Usa, ma con tanta tanta italianità al suo interno.
Sono i "dietro le quinte" a suscitare sorrisi, se non risate. Ma pure qualche arrabbiatura, perché alla fine residenti e passanti devono accettare regole e limitazioni che non sempre sono piacevoli. E molto spesso fatte rispettare con poco (pochissimo) garbo.
Oggetti "sparsi" nelle vie traverse: manichini e bombe in divieto
Una delle prime cose divertenti che si possono notare è il caos organizzato che abita nelle vie parallele o traverse di corso Fiume, il cuore del set. Lontani dalle cineprese, infatti, brulica un sottobosco di attrezzisti, addetti e lavoratori vari. Ma agli angoli delle strade capita anche di imbattersi in "presenze" quantomeno inquietanti.
[Manichini abbandonati nelle vie laterali di corso Fiume]
Come i manichini abbandonati a un isolato da corso Fiume. Sono appoggiati a un carrello con ruote e seminudi. Probabilmente attendono il loro momento di gloria. Ma poco più in su ci sono anche (da almeno tre giorni) le "bombe" che servono a creare l'ingrediente d'azione nella pellicola americana. Infuocate o meno, viste così sembrano una versione in scala ridotta della celebre "Morte Nera" di Star Wars. Ma queste, invece di attraversare la galassia, se ne stanno su un marciapiedi, oppure al traino di un muletto dietro i cartelli di divieto di sosta.
[Bombe in "divieto di sosta"]
Gli intrusi: a piedi o in auto
Un altro elemento che anima le giornate di ripresa a Torino sono i passanti. Sono loro l'obiettivo dell'esercito "in giallo" che tutto vede e tutto vigila, intorno al set. Sono gli addetti alla sicurezza, chiamati a rintuzzare ogni tentativo di intrusione dei presenti.
Ostili il giusto, proteggono il fortino con determinazione. Bloccano i passanti che cercano di attraversare strade e marciapiedi (anche se questi confessano di abitare proprio nella casa di fronte), ma soprattutto bloccano - a costo di mettere le mani davanti agli obiettivi - chiunque cerchi di fare foto o video. Impresa improba, visto che ormai chiunque in possesso di un cellulare è in grado di farlo e, la tentazione, è forte in un contesto simile.
Ma loro non demordono: rincorrono, rintuzzano, ostacolano. A volte anche a parole. A volte anche animatamente. A volte anche vietando cose che, a ben vedere, non si capisce perché chiunque non possa fare, essendo in un luogo pubblico e ben oltre le transenne che delimitano gli spazi.
Una battaglia che si rivela senza speranza soprattutto per la presenza di balconi, finestre e altri occhi indiscreti. Ma loro non demordono: "Sono gli ordini che ci hanno dato". Prima di correre verso l'altro lato della strada intonando il solito "no foto, no video".
Ma ci sono intrusi che rischiano di finire direttamente nella scena. C'è l'anziano che, facendo finta di nulla, passa le transenne, aggira gli addetti e procede spedito in mezzo alle comparse (ma viene intercettato in tempo), ma c'è anche chi tenta il blitz in auto. Come quella macchina che, all'ora di pranzo, da una traversa ha puntato con decisione corso Fiume. L'hanno bloccata a poche decine di metri dai bus che "recitano" nell'impatto con la palla di fuoco. Targa svizzera: probabilmente non aveva nemmeno idea che si stesse girando un film.
Le vedette domestiche e i nomi creativi
E se a livello strada il circo del cinema continua nei suoi rituali, ci sono poi momenti di indubbio umorismo involontario. Come quello che si crea attorno alla vecchina che, mentre pochi metri più in giù ci si affanna a non svelare nemmeno un brandello delle riprese, siede comodamente sul balcone di casa propria. Piano alto, seggiola comoda portata all'esterno per l'occasione ed elegante ombrello a ripararla dal sole. Sono tanti coloro che osservano dall'alto: valli a fermare.
[L'edicola con i marchi di La Pagina e Notizie Oggi]
C'è infine un discorso di "brand". Per ragioni di copione (ma anche di opportunità) Torino deve fingere di essere Roma. O comunque essere una generica "italia" senza particolari caratterizzazioni. Ecco perché l'edicola che si trova quasi all'angolo con corso Moncalieri vende quotidiani insoliti come "La Pagina" e "Oggi notizie". Mentre la cabina del telefono (una rarità, ormai) presenta uno sconosciuto "Telephone". E' il cinema, bellezza.