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Economia e lavoro | 06 giugno 2022, 17:53

Facchini Rai, torna a farsi sentire la protesta dei sindacati: "Al centro dei grandi eventi, ma con stipendi sempre più in ritardo"

Già altre volte erano state organizzati presidi e manifestazioni, anche durante Eurovision. Rossi (Fisascat Cisl): "Pagamenti attesi per oltre 45 giorni, ormai è una routine insostenibile"

protesta sindacale

Una delle recenti manifestazioni dei facchini sotto la sede Rai di via Verdi a Torino

Non si risolve la situazione dei facchini che lavorano in appalti per la Rai. A far sentire la loro voce sono ancora i sindacati, che già in passato avevano organizzato presidi e manifestazioni per raccontare la condizione in cui si trovano a lavorare circa 36 persone impiegate - per conto della Roger Logistics, negli spazi della tv di Stato di via Verdi, via Cavalli, corso Giambone e l'Auditorium di via Rossini. Sono tutti facchini che hanno il compito di montare e smontare gli studi e molti di loro vantano ormai un'anzianità ventennale.

"Mensilmente - dicono da Fisascat Cisl di Torino-Canavese - dichiariamo lo sciopero ad oltranza fino all’avvenuto pagamento delle retribuzioni. Ormai è una routine. I ritardi arrivano sempre più spesso fino a 45 giorni, producendo inevitabili ricadute sul pagamento delle bollette, le rate di mutuo e altre scadenze. Si tratta di lavoratori in prevalenza monoreddito con famiglia a carico e con una paga oraria di circa 7 euro lorde l’ora".

È una situazione inaccettabile - afferma Matteo Rossi, funzionario della Fisascat Cisl Torino Canavese – con tre cambi di appalto in un anno e mezzo e cambi di ragione sociale, anche se di fatto i referenti restano sempre gli stessi. La Rai in quanto appaltatrice deve assumere il ruolo di garante. Non è più ammissibile un comportamento del genere. La condizione economica di questi lavoratori sta diventando insostenibile. Ci sono tante spese, figli e mogli a carico e mutui da pagare. Abbiamo chiesto anche un incontro in Prefettura per un confronto serio e costruttivo. Chiediamo alla parti in causa un impegno vero per garantire condizioni dignitose a questi lavoratori che non sono certo di serie B. L’appalto scade a settembre e parlare di futuro in queste situazione è praticamente impossibile. I lavoratori hanno incrociato le braccia anche durante l’Eurovision e la Rai è corsa ai ripari, garantendo così il normale svolgimento dell’evento. Questa è l’ennesima dimostrazione dell’importanza di questi lavoratori per l’azienda televisiva. Credo che sia venuto il momento che la Rai lo dimostri anche con i fatti.”

Massimiliano Sciullo

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