/ Politica

Politica | 06 giugno 2022, 11:20

Landini a Torino: "Bene i grandi eventi, ma la città non può vivere solo di turismo"

Il segretario nazionale Cgil ospite al Parco Peccei: "Competenze e qualità per un nuovo modello produttivo. Torino paga il conto di scelte industriali sbagliate nel passato"

Landini a Torino: "Bene i grandi eventi, ma la città non può vivere solo di turismo"

Torino città vivace, animata dai grandi eventi, ma non può bastare per il futuro, senza la manifattura. Lo ribadisce, ospite a Torino al parco Peccei, Maurizio Landini, segretario generale della CGIL. "Tutto questo non può bastare, per Torino ma anche per tutto il Paese. Dobbiamo rilanciare le competenze per costruire un nuovo modello industriale. Abbiamo sbagliato negli ultimi anni a investire solo sul processo e sulla riduzione dei diritti e non sulla qualità e sui prodotti. Questo ci sta portando fuori dal mercato e ne stiamo pagando il conto. Torino e il Piemonte stanno pagando il conto".

Disordini in periferia, "investire nei bisogni materiali delle persone"

L'evento è organizzato in maniera territoriale in vista dell'appuntamento di CGIL per il prossimo 18 giugno a Roma. Ma se si parla di Torino, in questi giorni, è impossibile evitare i collegamenti con la cronaca, soprattutto nelle periferie. "Siamo di fronte a una tensione sociale esplosiva, c'è precarietà e incertezza e sono stati tagliati i fondi pubblici per il diritto a salute, scuola e anche integrazione. La politica deve tornare ad occuparsi dei bisogni materiali delle persone".

"Mai tanta sofferenza, mai tanta paura"

"Chi lavora non è mai stato precario come adesso. Per questo non ho mai visto una tale paura, una tale rabbia e una tale competizione tra le persone", dice ancora Landini. Che sul fronte del salario minimo ribadisce: "I salari nel nostro Paese sono bassissimi e bisogna garantire diritti comuni, senza che le persone vengano messe in competizione tra loro. Se tutta Europa si rende conto che salari bassi e carenza di diritti mette a rischio la tenuta sociale, allora è un tema che va affrontato".

"Stop alle armi per fermare la guerra"

Parlare di attualità, però, significa anche parlare di guerra. E Landini ammette: "Mi è passata per la testa che con l'invio delle armi forse si potesse fermare la guerra, per tutti i disastri che sta determinando. Ma passati cento giorni, questo ha determinato una escalation nell'uso delle armi e si è scatenata una corsa al riarmo, dalla Germania al Giappone. E non è che più armi ci rendano più sicuri: più armi rendono più possibile una guerra".

"Dietro questa mossa, la Russia vuole fare passare l'idea che quando non mondo ci sono valori diversi, non c'è diplomazia. Lo strumento che li gestisce è la guerra. Questo è il pensiero si Putin. E nel mondo, sempre più multipolare, ci sono tanti valori diversi. Ma la gente che paga il conto della guerra non ne ha alcuna intenzione. Bisogna costringere alla trattativa e al negoziato. Questo non vuol dire non essere equidistante: abbiamo chiaro da che parte stare. Ma le conseguenze di quella guerra sono sulla testa delle persone normali".

Massimiliano Sciullo

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A APRILE?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare" su Spreaker.

WhatsApp Segui il canale di TorinOggi.it su WhatsApp ISCRIVITI

Ti potrebbero interessare anche:

Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore|Premium