C'è un elemento che nessuna foto e nessuna ripresa video può rendere a sufficienza: l'odore. E quello che colpisce di più, girando in questi giorni a Torino, è proprio l'odore che si percepisce nelle aree verdi. O meglio, nelle aree che dovrebbero essere verdi, ma che in realtà sono gialle, a causa dell'assenza di precipitazioni e delle temperature elevatissime di una fine primavera che sembra già estate inoltrata.
Brulli e spelacchiati, i parchi di Torino non hanno nemmeno l'alibi (come capita in alcune zone di piazza d'Armi o del Valentino, che hanno ospitato Eurovision) di un evento particolarmente stressante. Ma l'effetto è ugualmente desolante.
Parchi e spazi ridotti a "spelacchio"
E così, se vicino allo Stadio Grande Torino ci sono intere zone in cui il prato è ormai un lontano ricordo, dove i fili ci sono si mostrano gialli e rovinati. Schiacciati dal sole e dalle temperature prima che dai piedi e dal passaggio dell'uomo.
Lo stesso scenario anche al parco Ruffini, dove le persone prendono il sole in mezzo a chiazze di erba gialla, oppure al più piccolo parco Rignon, area verde tra Santa Rita e Mirafiori che non gode di buona salute, a livello puramente di "verde".
Anche le piccole aiuole soffrono
Ma il problema non è soltanto legato alle grandi aree verdi. Lo stesso scenario si presenta anche osservando le semplici aiuole sparse per la città. Da quelle spartitraffico a quelle che punteggiano alcuni tratti di strada e che, un tempo, destavano scalpore a volte per il verde "fuori controllo". Oggi, invece, lo spettro dei colori regala un giallo. Tinta che non nasconde però nessun mistero: il responsabile è un clima impazzito e, data la scarsità di acqua, accompagnato dall'impossibilità in questo momento di irrigare, per non sottrarre materia prima preziosa agli usi domestici e più impellenti.