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Attualità | 10 luglio 2022, 12:03

Borgo Filadelfia, una cerimonia ripara l'affronto dei vandali a Bruno Neri, il calciatore-partigiano: "Non è un atto isolato" [FOTO]

A "Berni", ucciso nel 1944 in un conflitto a fuoco contro i nazisti, fu dedicata una fontanella in piazza San Gabriele da Gorizia, poi danneggiata. L'Anpi: "Ma capita spesso anche in altre lapidi o targhette: colpa di una certa politica"

cerimonia di intitolazione

Cerimonia in nome di Bruno Neri, il calciatore-partigiano che giocò anche nel Torino

Una cerimonia per ricordarlo, proprio nel giorno - il 10 luglio - in cui ricorre l'anniversario di morte. Borgo Filadelfia si è ritrovato per rendere omaggio a Bruno Neri, il calciatore-partigiano ucciso in un conflitto a fuoco con i nazifascisti nei pressi dell'Eremo di Camagna sull'Appennino tosco emiliano nel 1944.

Lo ha fatto in piazza San Gabriele da Gorizia, a pochi passi dallo stadio Grande Torino, con il riposizionamento della targa a lui dedicata e posta sul "toret" (la fontanella a forma di testa di toro) inaugurata il 27 aprile 2019, ma poi danneggiata nei giorni scorsi, con l'asporto del logo dell'Anpi e la distruzione del ritratto del calciatore.

"Non è stato un caso isolato: colpa di una certa politica"

Presenti tanti rappresentanti della tifoseria del Toro (insieme all'associazione Memoria storica Granata), ma anche qualcuno della Juve. Tanti gli esponenti dell'Anpi. "Non è l'unico atto di vandalismo nel quartiere - spiegano - con furti di fiori o targhette strappate. È l'effetto di una certa politica che nega l'importanza di quanto fatto da persone come Neri. La memoria è fondamentale, un popolo senza memoria è perduto". "Questa cerimonia vuole dimostrare a chi ha vandalizzato che noi, tanto, ci siamo e ci saremo sempre".

"Contro questo atto vigliacco - è stato detto al microfono - vogliamo ribadire ancora una volta che i partigiani fecero una scelta, furono la miglior cosa che abbiamo mai avuto e furono pronti a sacrificare anche la propria vita pur di poter ricostruire il Paese".

"Se qualcuno oggi pensa di riscrivere la storia senza aver mai fatto i conti con il passato, è la dimostrazione che la libertà e la democrazia vanno ricostruiti e difesi tutti i giorni - dice il presidente della Circoscrizione 2, Luca Rolandi - e la manifestazione di questa mattina ne è l'esempio più lampante".

Una carriera in maglia (anche) granata

Neri nella sua carriera di calciatore vestì le maglie di Fiorentina, Lucchese e quindi Torino: tre volte in Nazionale, a fine carriera tornò a Faenza - sua città d'origine - per ricoprire il ruolo di allenatore-giocatore, ma lo stesso tempo aderendo ai  primi nuclei antifascisti. Scoperto, salì in montagna nel Battaglione Ravenna ricoprendo il ruolo di vicecomandante. Durante una perlustrazione Bruno Neri "Berni" in compagnia  del suo comandante Vittorio Bellenghi nome di battaglia "Nico" ex giocatore di basket, si imbatte' in una pattuglia nazifascista, il conseguente conflitto a fuoco costò la vita a entrambi.

La sua vita torinese

Nella sua permanenza torinese dal 1937 al 1940, Bruno Neri frequentò i salotti letterari incontrando fra gli altri Dino Campana, Eugenio Montale, Cesare Pavese e numerosi antifascisti. Famosa la fotografia scattata nel 1933 durante la cerimonia di inaugurazione dello Stadio Comunale di Firenze, attualmente Artemio Franchi, quando non fece l'allora obbligatorio saluto romano.

Massimiliano Sciullo

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