Prosegue lo stato di agitazione dei lavoratori dei Servizi Museali della Città di Torino: nonostante la proroga di sei mesi per l'appalto (che sarebbe scaduto lo scorso 31 luglio), si terrà venerdì in prefettura un incontro con i sindacati che rappresentano i 47 dipendenti delle cinque cooperative associate: Socioculturale, Coopculture, Cooperativa Frassati, la Nuova Cooperativa e la Nuova Socialità, che operano nei Musei Polo del 900, Diffuso, Risorgimento, Montagna, Lombroso e Anatomia.
"Non si pensi solo a tagliare i costi"
Venerdì sindacato, direttori dei Musei, cooperative e Comune di Torino sono stati convocati in Prefettura, a seguito dello stato d’agitazione proclamato nei giorni scorsi dalla Filcams Cgil di Torino. “I sei mesi di proroga sono una buona notizia – spiega Enea Schipano della Filcams –, ma l’iniziativa delle lavoratrici e dei lavoratori non si ferma, in quanto quella attuale è una proroga tecnica durante la quale la direzione amministrativa del Comune di Torino intende proseguire sul percorso della procedura Consip, procedura prevalentemente incardinata sulla riduzione dei costi: una prospettiva che continua a mettere in seria apprensione le lavoratrici ed i lavoratori, perché questo potrebbe significare tagli delle ore, peggioramento di diritti e salario, addirittura tagli occupazionali".
Chiesta la proroga di almeno un anno
"La nostra richiesta è chiara ed orientata ad una diversa prospettiva - prosegue il sindacalista - ovvero quella della proroga dell’appalto di almeno un anno, periodo nel quale istituire un tavolo di confronto con il sindacato per individuare un progetto complessivo e specifico sui servizi culturali capace di dare risposte alle esigenze della città, in modo compatibile con i diritti di stabilizzazione dell'occupazione ed al riconoscimento delle competenze di tali lavoratori, sia in termini di diritti che di adeguamenti retributivi del lavoro”.