Rispondendo ad un'interrogazione sul futuro del servizio di Ematologia all'Ospedale Maggiore di Chieri, l'assessore alla Sanità del Piemonte Luigi Icardi ha precisato, come chiarito dalla stessa Asl To5, che un servizio specifico di Ematologia e Immunoematologia nel territorio dell'Azienda sanitaria locale non è mai esistito, né come Struttura complessa, né come Struttura semplice, in quanto non previsto dagli atti programmatori nazionali e regionali.
Negli ultimi anni, unicamente grazie alla presenza occasionale nell'organico di uno o due medici specializzati anche in Ematologia, è stata svolta esclusivamente un’attività ambulatoriale nell'ambito delle attività proprie della Struttura complessa di Medicina generale dell'Ospedale di Chieri.
Questa attività ambulatoriale ha consentito di erogare anche prestazioni ematologiche, ma sempre all’interno del Day Hospital di Medicina generale, limitatamente al territorio chierese e molto marginalmente rispetto al fabbisogno di prestazioni ematologiche dei circa 300 mila residenti nel territorio dell'Asl To5, che sono sempre stati puntualmente seguiti senza disagi dai centri di riferimento regionali (nel caso specifico la Città della Salute e della Scienza di Torino).
Nell'ambito del riavvio e della riorganizzazione delle attività dei Dipartimenti di Area Medica e di Emergenza nella fase post-pandemica, l’Asl, con un preventivo accordo anche con la Rete oncologica piemontese e con la Città della Salute e della Scienza, ha ritenuto opportuno puntare sul qualificato riferimento dell'Irccs di Candiolo, resosi disponibile a garantire la presa in carico e la continuità di cure adeguata per 44 pazienti sul totale dei 200 complessivamente in carico presso la Struttura complessa di Medicina di Chieri. Attualmente, dunque, restano circa 150 i pazienti attualmente seguiti in Asl To5.
L'assessore ha puntualizzato come la rimodulazione dell'attività ambulatoriale di Ematologia si proponga di ridurre i rischi e di migliorare la sicurezza, ottimizzando al massimo le risorse disponibili, e non sia in alcun modo un depotenziamento o la soppressione di un servizio.
"La chiusura del servizio di ematologia all’Ospedale Maggiore di Chieri è preoccupante perché crea disagi ai pazienti, in particolare agli anziani ed ai più fragili, non essendo certo agevole raggiungere Candiolo dal chierese e dal carmagnolese. La spiegazione data oggi in Aula dall’assessore Icardi, ovvero che non è mai esistito uno “specifico servizio di ematologia” ma solo un’attività ambulatoriale garantita dalla disponibilità di alcuni medici, non può certo bastare ai pazienti che fino ad oggi ricevevano un prezioso servizio, anche senza sapere che non fosse previsto come struttura complessa o semplice", ha replicato il vice Presidente del Consiglio regionale Daniele Valle del Partito Democratico.
In risposta invece ad un'interrogazione sugli affidamenti a struttura private da parte dell’Asl To4, l'assessore Icardi ha poi osservato come la convenzione con le strutture Pinna Pintor e Santa Caterina da Siena di Torino risponda alla volontà di superare le criticità sui tempi di attesa, mettendo in campo tutte le azioni possibili (riorganizzazione delle sale operatorie in regime istituzionale; pianificazione di sedute operatorie extra-orario; utilizzo di prestazioni aggiuntive a favore del proprio personale dipendente disponibile).
Esattamente come hanno fatto anche altre aziende sanitarie piemontesi, l’Asl To4 ha pubblicato una manifestazione di interesse rivolta a strutture private e private accreditate per verificare la disponibilità di spazi e servizi utili per l’esecuzione di interventi chirurgici in elezione. Interventi che saranno eseguiti da chirurghi dipendenti dell'azienda sanitaria locale che hanno fornito un'ulteriore disponibilità.
Tale azione, a favore dei propri assistiti, risulta essere a supporto e in aggiunta a quanto già messo in campo con le proprie risorse e che ha consentito all’azienda di essere in linea con i risultati raggiunti a livello regionale per il recupero delle liste di attesa.
L'assessore ha inoltre sottolineato che il confronto con i sindacati e l'Asl è stato e sarà continuo nell'interesse degli assistiti e che permane la possibilità, anche in termini di budget, di finanziare ulteriori e nuove disponibilità manifestate dal personale interno. Infine, per quanto riguarda le sale operatorie del presidio ospedaliero di Cuorgnè, l'assessore ha segnalato che, al di là della consueta chiusura estiva, le sale sono operative 5 giorni su 5 e si è registrato, peraltro, un incremento di interventi rispetto al periodo pre-pandemico.
"La convenzione tra l’Asl To4 con le strutture sanitarie private Pinna Pintor e Santa Caterina da Siena di Torino è la conferma di una tendenza preoccupante, quella di orientare l’offerta pubblica verso un modello di sanità privata. Sostenere che non c’erano altre soluzioni e che si tratta solo di un intervento aggiuntivo per ridurre le liste d’attesa sa tanto di dichiarazione di resa. Gli ospedali di Ivrea, Ciriè e Chivasso da tempo devono fare i conti con una cronica carenza di personale, e si continua ad affrontare questa criticità non con nuove assunzioni ma applicando un modello emergenziale", ha attaccato il consigliere regionale del Pd Alberto Avetta. "Mi auguro che dei problemi di edilizia, tecnologia e personale dei nostri presidi ospedalieri così come della riapertura del pronto soccorso di Cuorgnè e del miglior utilizzo delle sale operatorie di questa struttura, si possa parlare quanto prima nel luogo deputato, ovvero l’assemblea dell’Asl To4".