Attualità - 07 settembre 2022, 07:00

C'è una vigna ai giardini Reali, per questa vendemmia Torino gioca in casa (e punta a de-prosecchizzarsi)

Nata con finalità didattiche, sarà protagonista della Vendemmia Reale in occasione della sesta edizione di Grapes in town e sarà visitabile fino a novembre

C'è una vigna nel cuore di Torino. È quella che è stata installata nei Giardini Reali, proprio a due passi da piazza Castello, per promuovere e testimoniare le coltivazioni autoctone del Piemonte, ma della stessa Torino.

Otto filari, disposti su quattro file, con cartelli e spiegazioni accessibili a tutti. Una "sorella minore" del vigneto che si trova intorno a Villa della Regina. Ma anche la testimonianza di quelle coltivazioni che, nei secoli scorsi, erano decisamente diffuse sulle colline che si affacciano sul Po e sulla città della Mole.

Nata con finalità didattiche, sarà la protagonista giovedì 8 settembre della Vendemmia Reale del Club Silencio, in occasione della sesta edizione di Grapes in town e Portici divini. Una sorta di aperitivo, insomma, che sarà ospitata fino al 7 novembre con il contributo di Regione, Camera di Commercio di Torino e Banca d'Alba.

Un legame tra metropoli e campagna

"Vigne, ai Giardini Reali, non ce ne sono mai state e coltiva il legame tra città e campagna. I nostri giardini sono aperti al pubblico e questa iniziativa può arrivare a una grande platea della popolazione - dice Enrica Pagella, direttore dei Musei Reali - Valorizzare i vitigni locali valorizza anche gli spazi dei Giardini, dando messaggi positivi alle persone".

C'è un mondo, intorno alla città

"Vogliamo comunicare alla città che, tutto intorno a lei, c'è un mondo che vive e con cui si possono creare legami - commenta Marco Protopapa, assessore regionale all'Agricoltura - Il valore dell'enogastronomia è enorme per il Piemonte e accedere qui permette a tutti di conoscere una realtà che è anche cultura".

Torino prima cliente dei vini locali

"Questa vigna è il segno di ciò che sta dietro Portici divini - conclude Guido Bolatto, segretario generale della Camera di commercio di Torino - Pensiamo che proprio Torino deve essere sempre di più il primo mercato dei vini nostrani, compresi quelli eroici che sfruttano zone impervie e isolate, ma che sono un presidio economico e sociale di territori altrimenti isolati".

"Con Erbaluce e Alta Langa possiamo de-prosecchizzare Torino".