Cultura e spettacoli | 27 settembre 2022, 18:45

Il Museo Egizio festeggia numeri da capogiro e il ritorno del “Papiro dei re”

Restaurato, grazie a una collaborazione con Copenaghen e Berlino, uno dei pezzi più importanti della collezione. Nel periodo maggio-settembre superati i visitatori del 2019

greco e christillin

L'Egizio festeggia numeri da capogiro e il ritorno del “Papiro dei re”

Oggi ricorrono i 200 anni dalla decifrazione dei geroglifici da parte di Jean-Francois Champollion, che nel 1822 riuscì a interpretare la celeberrima Stele di Rosetta. Oggi, in una delle date di riferimento dell'egittologia mondiale, il Museo Egizio di Torino restituisce alla meraviglia dei visitatori uno dei suoi pezzi più pregiati: il Papiro dei Re, restaurato e nuovamente esposto grazie a una collaborazione internazionale sull'asse Piemonte, Copenaghen e Berlino.

Traguardi espositivi e di pubblico

Il Papiro dei Re, giunto a Torino nel 1824 e analizzato dallo stesso Champollion, è formato da circa 300 frammenti ricomposti lungo il corso di quasi 2 secoli da diversi studiosi: “Senza quel 27 settembre 1822 - sottolinea il direttore dell'Egizio Christian Greco – tutti noi non saremmo qui: questo restauro, realizzato frammento per frammento, è importantissimo perché unisce la ricerca realizzata dal professor Kym Ryholt dell'Università di Copenaghen all'aspetto espositivo”.

Questo traguardo rappresenta anche la ciliegina sulla torta di un periodo molto positivo: “Nei primi 9 mesi dell'anno - commenta la presidente della Fondazione Museo Egizio Evelina Christillin – abbiamo avuto 640mila visitatori a fronte dei 655mila del 2019. Ma la vera sorpresa riguarda il periodo maggio-settembre, quando abbiamo avuto 434mila visitatori in confronto ai 350mila dello stesso periodo nel 2019. Questo significa che, in condizioni analoghe, stiamo addirittura superando l'epoca pre Covid”.

Il restauro del Papiro dei re

Notevoli anche le modalità scelte per l'esposizione, che alla teca aggiungono un'installazione interattiva e un'infografica che narra l'evoluzione del reperto: “In 11 colonne poste sul retro del papiro - spiega Susanne Topferresponsabile della Collezione Papiri del Museo Egizio – sono riportati i nomi dei faraoni per un periodo di circa 1500 anni. Grazie all'allestimento multimediale, siamo anche in grado di farli parlare dando alla storia la possibilità di rivivere”.

Non banali, infine, nemmeno le fasi di un restauro che ha richiesto grande cura e attenzione: “Pur essendo di buona qualità - dichiara Myriam Krutzsch del Museo Egizio di Berlino, autrice dell'intervento – il papiro è molto sottile e, in più, ha dovuto subire diversi riposizionamenti dei frammenti; i residui dell'ultimo restauro datato 1930, inoltre, hanno reso necessaria la rimozione degli elementi in seta utilizzati secondo le tecniche dell'epoca”.

L'attuale allestimento rimarrà visitabile fino al 21 novembre; questa sera, nel frattempo, il Museo Egizio rimarrà aperto occasionalmente dalle 19 alle 22 (ingresso gratuito con prenotazione online).

Marco Berton

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Johanna Finocchiaro

Buongiorno, Good morning, Bonjour, Buenos Días, Namasté!
Sono Johanna. Classe 1990, nata a Torino, appassionata di musica, viaggi, lingue straniere e poesia. Già, POESIA.
Scrivo sin dalla tenera età (mi sono innamorata di lei al nostro primo incontro, alle scuole elementari) e leggo, leggo tanto, sempre e ovunque. La mia massima fonte d'ispirazione è la natura e l'arte sua complice: mi conquistano l'immediatezza, la forza comunicativa, la varietà di forme e concetti espressi, la contraddizione.
Viaggiando ho compreso quanto il mondo sia immenso, dinamico ed io piccola. Mi ci sono adattata, pian piano, stravolgendo i piani e spostando i limiti. Oggi, continuo ad essere curiosa. E gioiosa. Mi occupo di divulgazione culturale e ho all'attivo quattro pubblicazioni: Clic (L'Erudita Editore), Ramificare (Eretica Edizioni), Specchi (Scrivere Poesia Edizioni), L'Atto versato (Edizioni Il Cuscino di Stelle). Obiettivo primario: sostenere una cultura consapevole, socialmente impegnata.
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Questa rubrica nasce sotto una buona stella o così mi piace pensare; si propone, con determinazione, di avvicinare il lettore a un genere letterario incompreso quanto testardo: la poesia.
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Allontaniamoci dall'impostazione scolastica e dall'“analisi del testo”, lasciando spazio, invece, all'analisi del SENSO. Senso che sta per ragione e sensazione insieme. Impariamo a cercare la domanda, prima della risposta. E accendiamo il pensiero, tra racconti e storie positive che vado scovando per il mondo. Che dite, ci lanciamo nel viaggio? Al trasporto provvedo io!

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