Attualità - 29 settembre 2022, 18:15

Elena Salamon festeggia i primi 20 anni della sua galleria: "Torino? Città sempre più dedicata all'arte"

Dal primo Chagall venduto, all'incontro casuale con il regista de "Il favoloso mondo di Amélie". Le soddisfazioni della figlia d'arte pche orta avanti la tradizione di famiglia nello studio in piazzetta IV marzo

Elena Salamon nella sua galleria in piazzetta IV marzo

La galleria di Elena Salamon festeggia i suoi primi vent'anni. Uno spazio piccolo ma curato che nel tempo ha ospitato mostre di autori quali Matisse, Mirò, Chagall, Warhol, Calder, Picasso, Braque, Delaunay, Hokusai, Hiroshige, Utamaro, Hasui

Figlia d'arte, Elena Salamon ha respirato fin da piccola l'odore della carta e dei colori dei grandi artisti. La sua è infatti una tradizione di famiglia che risale agli anni Cinquanta quando i suoi nonni aprirono la prima galleria di stampe dove poi ospiteranno mostre di Mantegna, Dürer, Hokusai, Toulouse Lautrec.

Nei primi anni Settanta i figli aprirono tre gallerie indipendenti: "Gian Alvise, mio padre, si dedica all’arte moderna e contemporanea, Silverio prende la direzione della casa madre, e Harry si dedica a dipinti e stampe antiche a Milano - ricorda la gallerista -.  L’odore della carta l’ho respirato fin da piccola, alle elementari, quando andavo a trovare mia nonna in galleria, mi sedeva su uno sgabello altissimo e mi insegnava a fare i passepartout. È stata soprattutto lei a trasmettermi l’amore per le “piccole cose belle”.

E' però il papà a trasmetterle quella sensibilità per le forme essenziali e sempre da lui ha imparato a riconoscere la veridicità delle opere e stimarne il valore.  

"Nel 2002, quando viene a mancare, lavoravo come educatrice. Ed è stato allora che ho deciso, con il solo bagaglio della conoscenza trasmessami, di aprire un’attività tutta mia: una piccola galleria, che tale è rimasta.

Se ci penso è tutt’oggi viva l’emozione per la prima litografia che ho venduto. Era il Natale del 2002, ed era un’opera di Chagall. Quasi non mi sembrava vero che la gente potesse avere fiducia in me e nei miei 20 mq di bottega". 

In 20 anni, nella galleria dell'accogliente piazzetta IV marzo, Elena di soddisfazioni ne ha avuto parecchie. "Sicuramente in tempi pre covid è stata una grande soddisfazione vedere la lunga coda per entrare in occasione della mostra su Chagall e poi vedere tanti giovani delle Accademia di tutta Italia che curiosi e volenterosi di imparare hanno affollato la mia piccola galleria per vedere gli schizzi di Hokusai, è stato molto bello. Ci sono poi due episodi che ricordo - aggiunge divertita - il primo quando ho venduto un Mirò ad un “turista” francese, salvo poi scoprire, mentre compilavo la scheda clienti, essere il regista del Favoloso mondo di Amélie (Jean-Pierre Jeunet). Mi diverte sempre molto ricordare anche quando la galleria è stata location per un giorno di un episodio della serie “Giustizia per tutti” con Raoul Bova ed io ho interpretato me stessa". 

La galleria da subito si è distinta per la sua specializzazione in arte moderna, del Novecento, con qualche incursione dell'arte giapponese. Si è occupata anche di sculture da David Gerstein a Debora Ciolli fino alle cianotipie e rayografie di Alice Serafino. E per i prossimi venti anni? Qualche cambiamento in vista? "Ci saranno grandi cambiamenti - conferma Elena -. Sono contenta di trattare arte moderna e non troppo contemporanea, ma occorre sempre tenere d’occhio i cambiamenti, prima di Artissima mi occuperò di street art, cosa che non ho mai trattato nella mia galleria". 

Parlando di Artissima, ormai la settimana dell'arte contemporanea torinese è alle porte... "Sono convinta che Torino sia sempre più un centro per l’arte e nello specifico quella contemporanea. La vedo una città positiva. Certo, forse per quanto riguarda le gallerie e le ferie, si potrebbe fare qualche cosa in più".