Cultura e spettacoli - 19 ottobre 2022, 08:54

FAI, al Castello di Masino tre giorni per scoprire nuove idee per il giardino

Dal 21 al 23 ottobre, oltre 100 vivaisti presenteranno le loro collezioni e offriranno consigli ai giardinieri per passione

Torna nell’edizione autunnale, da venerdì 21 a domenica 23 ottobre, dalle ore 10 alle 18, al Castello e Parco di Masino, Bene del FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano ETS a Caravino, la ormai trentennale mostra-mercato “Tre giorni per il giardino”, tra i più prestigiosi, rinomati e attesi appuntamenti annuali dedicati al florovivaismo in Italia.

Circa cento vivaisti, provenienti da tutta la Penisola e anche dalla Francia, scelti in collaborazione con l’Accademia Piemontese del Giardino in base al loro riconosciuto lavoro di ricerca, selezione, autoproduzione e attenzione alla sostenibilità ambientale, accoglieranno il pubblico per presentare le loro migliori collezioni e per offrire idee, consigli e suggerimenti ai tanti giardinieri per passione che non mancheranno questo importante evento.

Filo conduttore di questa edizione, come sempre arricchita da incontri e dialoghi con ospiti speciali, sarà Il giardino possibile, tema di grande attualità. Giardini e orti, infatti, sono tra i primi testimoni del cambiamento climatico in atto e dei drammatici effetti del caldo e della siccità: il giardiniere si trova a misurarsi oggi con una natura in trasformazione ed è portato a interrogarsi su come coltivare in queste difficili condizioni ambientali, come continuare a creare, seminando e piantando, e come favorire il  germogliare, il fiorire e il fruttificare a fronte dell’emergenza idrica e dei limiti che ne derivano.

Servono adattamento, creatività e sostenibilità, tematiche al centro di una serie di appuntamenti con esperti che si confronteranno, ad esempio: sui giardini e gli orti liberati dall’ordine e dagli schemi formali tradizionali per accogliere più natura e biodiversità; sul ruolo ecologico di giardini, orti e terrazzi nell’arricchimento della complessità biologica, in particolare nei contesti urbani; sul giardino a basso consumo d’acqua e attrattivo per la “natura di ritorno”; sugli animali da “invitare” nei giardini, sui terrazzi e in città, anche a partire da alcuni progetti di valorizzazione attualmente in corso nei Beni del FAI.

Sempre legate al filo conduttore del giardino possibile e delle sfide che il cambiamento climatico pone al giardiniere, saranno affrontate tematiche più specificamente botaniche: dai prati aridi, che selezionano una maggiore varietà di specie fiorite e uniscono bellezza e biodiversità per gli impollinatori, alle piante utilizzate per ampliare, anche nei giardini più piccoli, la stagione di fioritura e l’offerta di nettare, fino ai bulbi e alle sementi da mettere a dimora per garantire la diversità genetica e la riproducibilità per gli ospiti animali.

Tra le novità botaniche in mostra, di cui molte riflettono le tematiche affrontate: numerose varietà di achillea, agastache, echinacea, eryngium e sedum - piante fiorifere resistenti all’aridità e in grado di fronteggiare le temperature sempre più al rialzo - e le insolite Dalea purpurea, Dierama pulcherrimum, Euphorbia dendroides, Euphorbia donii ‘Amjillasa’, Euphorbia griffitii ‘Fern Cottage’. Ancora, tra le

nuove piante per terreni aridi un’interessante collezione di cisti, come i rari e originali Cistus halimifolius (Cisto giallo) e Cistus ladanifer, medicinale e aromatico. Tra le piante di particolare interesse per la vegetazione e la fioritura autunnale ci saranno il maestoso Eupatorium capillipes ‘Elegant plume’ e il Phellodendron amurense, rutacea proveniente dall’Asia, albero deciduo rustico, con corteccia sugherosa, coltivato per il bel portamento e il fogliame aromatico. Si potranno trovare anche i bulbi Tulipa specie, che si contraddistinguono per resistenza, fioritura e rusticità.

Tra gli stand, infine, ci saranno prodotti orticoli di nicchia – ai quali la Tre giorni riserva sempre attenzione e spazio – come il Porro Cervere, molto digeribile, dal fusto sottile e allungato, di colore bianco, dovuto alla particolare lavorazione manuale portata avanti da una trentina di coltivatori locali secondo le tecniche tradizionali.

comunicato stampa