Non molti mesi fa, era stata lanciata la proposta di estendere l’obbligo scolastico oltre i 16 anni d’età, cioè fino ai 18. La proposta, che suonava come una delle tante promesse elettorali, è stata durante contestata in alcuni ambienti politici mentre sindacati e studenti erano pronti a sostenerla. Inoltre, era stata avanzata l’idea di rendere obbligatoria anche la frequenza dell’asilo nido.
Purtroppo, il dibattito non è stato intrapreso in maniera seria però il problema esiste ed è di primissimo piano. È un vero peccato perché in Italia esiste un problema molto grave di dispersione scolastica. I dati raccolti parlano di uno quasi 13% di abbandono scolastico che riguarda in particolare le persone che arrivano da una condizione familiare di disagio. Per tale ragione, molti oggi ricorrono a corsi online di DiplomaOnline.com per portare a termine gli studi e conseguire il tanto ambito diploma che, per un motivo o per l’altro, non era stato possibile avere prima. In particolare, negli ambienti con condizioni sociali, economiche e linguistiche svantaggiate gli studi non vengono portati a termine.
Perché aumentare l’obbligo scolastico: lo scopo della proposta
Estendere l’obbligo fino alla maggiore età dei ragazzi e delle ragazze servirebbe a formare meglio ma soprattutto rendere il sistema uguale per tutti. La proposta di introdurre un percorso scolastico più lungo non va però visto come una costruzione piuttosto come un’opportunità, cioè dare maggiore valore alla scuola pubblica. Lo scopo è quello di farsi che uno studente rimanga a scuola il più possibile per formarsi e portare avanti i propri interessi.
Ovviamente, questo si tradurrebbe per un aumento di costi per lo Stato ma anche l’obbligo di migliorare il sistema che per tanti versi fa acqua da tutte le parti. Infatti, una misura come questa non è sufficiente per contrastare un fenomeno preoccupante e che è alimentato da un circolo vizioso che lega indissolubilmente la povertà materiale con quella educativa. Allungando l’obbligo scolastico si dà parità di opportunità ai ragazzi, a prescindere dalla loro classe sociale e provenienza.
Come è strutturato il sistema ora: le principali criticità
Nell’immaginario comune molti sono convinti che una volta finite le scuole medie, gli studenti vengono indirizzati a un percorso scolastico di cinque anni che porta all’ottenimento del diploma di maturità. In realtà non è sempre così perché moltissimi studenti scelgono gli istituti professionali che, già al termine del terzo anno, rilasciano un titolo di qualifica da poter spendere sul mondo del lavoro. Va da sé quindi che tutte queste categorie non hanno un vero e proprio diploma di maturità. Un sistema strutturato in questo modo assolve all’obbligo scolastico ma, dall’altra parte, favorisce la dispersione scolastica.
Inoltre, bisogna sottolineare che esistono delle differenze sostanziali da una regione all’altra creando una maggiore disparità a hello territoriale a svantaggio, come spesso capita, del Meridione. Differenziare il percorso scolastico all’età di 13 e 14 anni secondo molti comporta una prematura divisione sociale. Lo scopo del sistema dovrebbe invece essere quello di garantire il diritto allo studio senza invece portare avanti discorsi di tipo classista.