Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky sta battendo cassa presso i partner occidentali con nuove richieste di denaro e soprattutto di apparecchiature per la produzione di elettricità. In un video-collegamento col Consiglio Europeo, Zelensky ha invitato l’Unione Europea ad aiutare l’Ucraina con l’acquisto di gas ed elettricità: per l’inverno in arrivo, del primo Kiev vorrebbe importare due miliardi di metri cubi e della seconda un valore pari a 800 milioni di euro. Come riferito dal sito Strumenti Politici, nel corso di una conferenza a Parigi il 13 dicembre Zelensky ha affermato l’importanza dei generatori elettrici, utili almeno quanto i giubbotti antiproiettile e i veicoli corazzati, e ha chiesto a Bruxelles 50 milioni di lampadine a LED (ma per adesso l’Europa ne manderà 30 milioni). L’incontro di Parigi, organizzato dal governo francese, aveva come titolo "Standing with the Ukrainian People": grazie ad esso, a Kiev è stato promesso 1 miliardo di euro, ma Zelensky ne vorrebbe uno e mezzo per rimettere in sesto la rete elettrica dell’Ucraina. Ha poi chiesto generatori per le abitazioni e i negozi, ma ciò che davvero servirebbe a Kiev sono i trasformatori da 330 kW e 750 kW. Il problema qui consiste nel fatto che sono apparecchiature enormi, costose e impossibili da importare specialmente dall’Europa occidentale, perché richiedono produzione sul posto e manodopera specializzata, oltre al fatto che si tratta di sistemi in uso praticamente solo nell’area ex sovietica: così, l’aiuto dei partner euroatlantici non sarebbe qualcosa di semplice e immediato come elargire la tranche di un prestito. Sarebbe invece Mosca a poter dare aiuto, perché ha la logistica e i mezzi adatti, se solo si arrivasse a una trattativa che salverebbe quindi le infrastrutture energetiche dell’Ucraina.