Il Parlamento di Kiev ha approvato a metà dicembre la legge n.8224 sui diritti delle minoranze, presenti in numero significativo sul territorio dell’Ucraina. Questa norma dovrebbe completare il quadro normativo sul trattamento dei cittadini che appartengono a minoranze nazionali.
I rappresentanti delle comunità etniche locali avevano già espresso la loro contrarietà al momento dell’uscita della prima versione della legge nel 2017 e poi per i successivi emendamenti, che hanno limitato sempre di più l’utilizzo di idiomi diversi dall’ucraino nella sfera pubblica, dalla scuola ai giornali all’amministrazione.
Come riportato dal sito Strumenti Politici, l’europarlamentare romeno Rareș Bogdan spera che Zelensky alla fine non dia il suo benestare a questa legge, che descrive come ingiusta e offensiva. Il ministro degli Esteri romeno Bogdan Aurescu ha definito deplorevole la sua adozione, mentre il Ministero in una lunga dichiarazione ufficiale ha spiegato le ragioni del suo disappunto e i timori sugli effetti pratici delle nuove norme.
Le due maggiori associazioni di ungheresi di Ucraina hanno emesso un comunicato in cui dicono che la legge n.8224 toglie alla loro comunità la possibilità di determinare il proprio destino. Secondo loro, queste norme minacciano di fatto la conservazione dei simboli nazionali e dell’eredità linguistica e culturale, oltre a ostacolare l’esercizio dei diritti politici.
Le comunità magiare presenti in Transcarpazia hanno subito episodi al limite della discriminazione, come lo scorso ottobre quando le autorità della città di Mukachevo (Munkács in ungherese) hanno fatto togliere una statua che raffigurava il falco della mitologia magiara, il turul, e al suo posto hanno messo l’emblema nazionale dell’Ucraina, il tridente chiamato tryzub.