Economia e lavoro - 03 gennaio 2023, 11:57

Stellantis, anche nel 2022 è l'elettrico a fare da locomotiva: più di otto vetture su dieci che escono da Mirafiori sono 500 Bev

I numeri sono stati elaborati da Fim Cisl: stop a 4 anni di calo in tutta Italia. Uliano: "Maserati invece soffre, ma speriamo nei prossimi modelli in arrivo. Se per la 500 servisse un terzo turno, servono più risorse umane"

catena di montaggio a Mirafiori

Stellantis chiude in crescendo, anche grazie a Mirafiori: il 2022 ha visto un aumento dell'1,8% della produzione di veicoli nei suoi stabilimenti italiani, interrompendo dopo 4 anni la serie negativa. Tutti gli stabilimenti (tranne Sevel, ad Atessa) crescono rispetto al 2021, anche se i volumi rimangono ancora inferiori del 16,3% rispetto al 2019, ultimo anno pre-pandemia. Ma a pesare è anche la difficoltà a trovare semiconduttori, che ha causato fermi produttivi e di fatto ha "bruciato" 200mila vetture per gli stop in catena di montaggio. Il totale, comunque, è salito a 685.753 unità contro le 673.574 del 2021.

A fare il punto sulla situazione degli stabilimenti italiani sono stati il segretario nazionale Fim-Cisl, responsabile del settore automotive, Ferdinando Uliano e il segretario generale Fim di Torino Canavese, Davide Provenzano. "Rispetto al 2021, il dato positivo nei plant dell’auto è stato determinato in gran parte dal lancio produttivo di nuovi modelli - dice Uliano -. L’entrata in produzione della Maserati Grecale e dell’Alfa Romeo Tonale sta dando una spinta alle produzioni di Cassino e Pomigliano D’Arco. Mentre il Polo Produttivo di Torino ha mantenuto buoni livelli di produzione, in particolare grazie ai volumi della 500 bev e le produzioni del Plant di Modena grazie alla Maserati MC20".

"C’è ancora molto da lavorare per recuperare circa un terzo della produzione persa, sia per le autovetture che per i veicoli commerciali - aggiunge Uliano -. Per questo riteniamo importante che il Ministro Urso convochi subito il tavolo ministeriale “Stellantis”. Come sindacato dobbiamo verificare concretamente l’arrivo nel nostro paese dei nuovi investimenti previsti dal Piano “Dare Fowards”, necessari al lancio di nuove produzioni". "È altrettanto urgente che il Governo affronti con determinazione il problema della difficoltà per il settore a reperire materie prime e semiconduttori e della conseguente necessità strategica di accorciare le catene di fornitura. Tema che il Governo dovrebbe porre con forza anche in ambito Europeo".

Da Torino 8 auto su 10 che escono dalla catena sono 500 elettriche

Analizzando il solo polo produttivo di Torino, che ormai conta essenzialmente su Mirafiori, con lo spostamento di buona parte delle lavorazioni di Maserati da Grugliasco, risulta che l’82% dei volumi dello stabilimento torinese sono rappresentati da 500 bev, il restante 18% è rappresentato dalle produzioni Maserati.

Più nel dettaglio, i volumi produttivi misurati nel 2022 sono stati di 94.710 unità rispetto alle 77.267 rilevate nel 2021 (+22,6%). La crescita è stata determinata dall’aumento della produzione della 500 bev che, partita nel mese di ottobre 2020, nel 2021 si è attestata sulle 53.819 unità e ha chiuso il 2022 con 77.500 (+44%) grazie al raddoppio della turnazione. L’aumento dei volumi della piccola full electric ha compensato le perdite nei volumi delle Maserati. I fermi produttivi per i semiconduttori sono stati di circa 13 giorni (26 turni su 500e e 14 turni su Maserati).

"Se ci fosse un'ulteriore crescita di produzione, servirebbe un maggiore contributo dal punto di vista dell'occupazione. Non solo con straordinari o altre formule. Lo stabilimento può reggere un terzo turno, ma già adesso i carichi di lavoro sono importanti", dice Uliano.

Una fine d'anno in affanno per Maserati

Negli ultimi tre mesi del 2022, però, non tutto è andato per il verso giusto. "Abbiamo riscontrato una flessione con conseguente richiesta di cassa integrazione, che insieme alla ritardata partenza della “linea unica Maserati” il 17 gennaio 2022, ha determinato una riduzione del 27% rispetto al 2021 (da 23.448 a 17.210). La ripartenza dei volumi Maserati è attesa con il lancio nei primi mesi del 2023 della nuova GranTurismo nelle due motorizzazioni Nettuno e Folgore, quest’ultimo il primo elettrico Bev della storia Maserati. A seguire nel corso del 2023 la nuova Maserati GranTurismo sempre nelle due motorizzazioni", dicono da Fim.

Secondo i piani del gruppo a seguire dal 2024 ed entro il 2025, si procederà all’ammodernamento dei modelli berlina E/E+ e Levante nelle loro versioni full electric. L’obiettivo previsto dal gruppo Stellantis nel piano “Dare Foward 2030” è di incrementare di tre volte il peso delle nuove auto nei segmenti dei veicoli premium e di lusso, con un aumento dei ricavi di quattro volte e della redditività di cinque volte. "La nostra aspettativa come FIM-CISL è di avere una ripercussione di volumi e occupazionali che abbiamo riscontrato nel 2017", dice ancora Uliano.

Quando questo avviene, abbiamo dato un giudizio positivo come è avvenuto per le due iniziative industriali nel comprensorio di Mirafiori: il nuovo cambio ibrido dal 2024 e l’altra sull’economia circolare. Siamo e saremo invece indisponibili se si determineranno operazioni volte a penalizzare/ridimensionare ulteriormente il patrimonio industriale e occupazionale di Stellantis in Italia.

"Ci aspettiamo di essere convocati a gennaio dal ministero, ma resta il disappunto per non essere stati convocati, come sindacati al Tavolo convocato dal Ministro Urso il 5 dicembre - sottolinea Uliano -. Non bisogna perdere tempo, ma soprattutto vogliamo capire come saranno utilizzati i fondi stanziati di recente. Per ora sappiamo solo di incentivi all'acquisto di veicoli sostenibili. Ma è chiaro che si debbano delineare anche le linee di investimento per la reindustrializzazione. Bisogna accorciare la linea di fornitura e la componentistica per sostituire le lavorazioni che si andranno a perdere con il cambio di motorizzazioni".

Verso la "ghigliottina" europea del 2035

Incombe anche l'ombra dello stop, fissato dall'Europa, alla produzione di auto a benzina e diesel. Il 2035 è dietro l'angolo, ma mancano risposte. "La sostenibilità ambientale deve accompagnarsi alla sostenibilità sociale - dice Uliano - e questo comporta anche l'uso di ammortizzatori sociali. Non per assistenzialismo, ma per consentire l'inserimento di nuove tecnologie, motorizzazioni e competenze. E invece siamo in ritardo, ma al tempo stesso non ci sono risposte".

 

Massimiliano Sciullo

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