Benvenuti, amici!
Mi auguro abbiate avuto un dolce, dolcissimo risveglio. Con i primi freddi, le varianti golose per una colazione domenicale perfetta si sprecano; la mia, quest'oggi, ha previsto pancakes, marmellata di fichi e una tazza fumante di latte vegetale (con spolverata di cacao)!
Senza indugiare oltre nei peccati di gola, buttiamoci ora a capofitto sull'argomento del mese: l'I.E.
Di cosa mai si tratterà? Questo acronimo misterioso riassume il più immenso eppur poco esplorato dei saperi (e potenziali): l’Intelligenza Emotiva.
Attenzione a non confonderla con l'I.A - ossia l'Intelligenza Artificiale - fin troppo gettonata e spesso protagonista di libri e film di fantascienza; lasciamo sia sua sorella maggiore a rubarle la scena, una volta tanto!
E qual modo migliore di contestualizzare l’argomento, se non analizzandone le singole componenti:
Intelligenza
ed
Emozione?
Sì, perchè la definizione di un concetto è la porta d'accesso più diretta alla conoscenza e, dunque, alla comprensione dello stesso. Predisporre il discorso e prepararne il terreno permetteranno così al lettore di addentrarsi con torcia alla mano e minor pregiudizio negli affascinanti meandri dell'interiorità!
Cosa s'intende per Intelligenza? L'insieme delle facoltà psichiche e mentali (lato inconscio e conscio) alla base delle capacità di pensare, spiegare, analizzare, criticare, capire e adattarsi.
In poche parole, tutto ciò che ci rende razionali e proattivi.
Per Emozione, invece? La parola deriva dal latino emotio, che significa “movimento”, “impulso”. L’emozione è infatti caratterizzata dall’alterazione a breve termine dello stato iniziale ma d'intensità maggiore rispetto a una sensazione. I sentimenti, d'altra parte, ne sono le conseguenze temporali, per questo più durevoli e verbalizzabili. Inoltre, le emozioni sono la causa di varie reazioni organiche: fisiologiche, psicologiche e/o comportamentali; esse possono considerarsi diretta conseguenza degli stimoli ricevuti.
In altrettante poche parole, tutto ciò che percepiamo.
Tentiamo adesso di unire questi due macro concetti, opposti quanto complementari, giungendo alla terza e ultima definizione.
Intelligenza Emotiva: la capacità di riconoscere, distinguere, interpretare e gestire le emozioni proprie e altrui (Peter Salovey e John Mayer - 1990).
Uno step ulteriore, che ci porta al controllo di un'ampia fetta dell'io, considerata tradizionalmente puro istinto e dunque incontenibile o, peggio, incomprensibile.
Ora, perchè "fare la nostra conoscenza", emotivamente parlando, dovrebbe interessarci? Lasciamo siano i fatti a rispondere; in una società in cui la quasi totalità della capacità intellettiva è proiettata all'uso di logiche e strumenti esterni che si frappongono tra persone come muri, seguendo ottiche di freddo profitto personale (un vero e proprio "egoismo" dei sentimenti), scoprire e ricordare la potenza espressiva che deriva da un'interiorità educata e rispettosa (non per questo snaturata) non solo dovrebbe entusiasmarci ma anche spingerci alla sua conoscenza e difesa. Fin troppo del nostro bagaglio umano è stato sostituito da interpretazioni schematiche e piatte; permettiamo alla sana ricchezza del linguaggio emotivo di toccare, conquistare e insegnare nuovamente che prima di essere società siamo singoli individui. Una soggettività che deve sapersi legare a quella altrui, in un abbraccio consapevole di diritti e doveri, libertà e compromessi, sino alla creazione della coscienza collettiva. Sino alla matura convivenza di diversità e uguaglianza.
Ancora una volta a fare la differenza è lei, l'intenzione, che può crescere ed evolvere solo alla luce di una serenità d'animo e di un "savoir vivre" frutto dell'ascolto di sè, appunto e dall'ascolto dell'altro.
Un curioso approfondimento che sono certa apprezzerete e che quindi riporto, riguarda addirittura la dimensione onirica; a cominciare dagli studi dello psicologo americano David Faulkes (1980-1990), infatti, si è compreso quanto l'I.E. ne sia un ingrediente fondamentale. Già, di quei sogni - incubi compresi - che puntuali accompagnano le nostre notti.
Tirando le somme di decenni di esperimenti empirici, gli scienziati sono giunti alla conclusione che soltanto verso i 6-7 anni d'età l'essere umano riesca a formulare trame surreali di un certo spessore, pensare in tre dimensioni, riproporre tramite la memoria sensoriale suoni, colori e profumi, oltre ad immagazzinare le informazioni della giornata appena vissuta. Cosa dovrebbe dimostrare questo? Che è necessario entrare in contatto con le proprie emozioni, capirle, conoscerle ed accoglierle per poter sognare. Serve infatti un precedente esercizio di attenzione e ascolto ai messaggi psicofisici dell'io per accumulare esperienza e, naturalmente, liberarla senza pericolo durante i sogni. Insomma, un limbo che la mente mette a disposizione affinchè stimoli e reazioni accumulate durante le ore di luce possano trovare sfogo e spazio, prima di unirsi a tutti quei mattoncini emotivi che compongono la complessa personalità dell'individuo. E chi, più di un bambino, vive intensamente ogni minuto come fosse l'ultimo, aggrappandosi con forza alle proprie sensazioni?
Incredibile: non esiste aggettivo più adatto a descrivere la natura umana e le sue sfumature.
Figurarsi perciò quanto possa essere importante educare l'intelligenza emotiva nella vita reale, quando gli occhi sono ben aperti e gli intrecci del pensiero imprevedibili! Spontanei sì, sempre. Ma pronti a coglierne la meraviglia e minimizzarne i rischi.
"Belli dentro" non dev'essere soltanto un modo di dire, bensì la verità più sottovalutata dell'epoca moderna. A noi il piacere di concretizzarla, tramite la costruzione di una solida Intelligenza Emotiva. Che proveremo a stimolare insieme un articolo alla volta, una poesia alla volta, con brevi ma utili riflessioni.
L'angolo poetico di oggi è affidato alla penna frizzante quanto sferzante di una carissima amica e fortissima anima: Clara Elisa Florita (la sua raccolta: Funambosie. Ovvero il funambolico mondo di frizzanti poesie - LFA Publisher, 2022). Ringrazio ogni giorno la Poesia per aver calamitato nella mia vita simili gemme.
CONCERTO NOTTURNO
Incessantemente
batte sulle tempie
un ritmico tamburo
schedulando
pulsazioni ammorbanti
che incespicano
maldestre in me
Pensieri futili
incontrano inconsapevoli
folli ragionamenti,
vissuti e predizioni
echeggiando in un crescendo orchestrale
nella mia scatola cranica
Bolero interrotto
monotono tormento!
Calibrati ingranaggi mentali
incantano e seducono
Questo verso in particolare:
“echeggiando in un crescendo orchestrale”
Possa la nostra mente alimentarsi, crescere e danzare sulle note di pensieri “calibrati”!
A presto
Bibliografia: Intelligenza emotiva - Imparare a gestire le emozioni, Pablo Fernández-Berrocal, EMSE Italia srl, 2021