Nuove Note - 29 gennaio 2023, 14:49

Cantautorap di Jaku Feliz Reyes: conscious rap ed esperienza umana

Alessio Battistel è in arte Jaku Feliz Reyes, è un MC, un cantautore, fa conscious rap e musica live. Impegnato nel sociale, ha deciso di mettere la musica a servizio della sua comunità, proponendo laboratori e attività ludiche per trasmettere ai più giovani la magia dell’hip-hop. Jaku Feliz Reys è cresciuto tra l’Italia e Santo Domingo, questa commistione culturale si riflette nel suo modo di concepire la musica: allegra, ma sempre consapevole della sofferenza intrinseca nell’esistenza umana. Il suo ultimo album Cantautorap abbraccia un’ampia varietà di suoni e colori, dal reggae alla world music, dal jazz al merengue. Tutti generi inseriti in un’unica esperienza musicale e umana, in cui l’hip-hop tradizionale e il conscious rap si fonde con l’intensità del cantautorato italiano e con le vibrazioni della musica latinoamericana.

Come si è avvicinato Jaku Feliz Reys alla musica e come mai ha scelto questo nome?

Feliz Reyes è il cognome di mia madre. Feliz viene da mio nonno, Reyes dalla nonna. Jaku viene da una parola giapponese, è un concetto buddista, ma quando l’ho scelto non lo sapevo: stavo per fare una registrazione in studio e cercavo un nome diverso da quello che usavo per le tag, per non farmi sgamare. Poi da lì è diventato un soprannome, rimasto nell’ambiente hip hop. Chi mi conosce nella città ormai mi chiama così da anni, non sa neanche il mio nome.

Afferma che l’improvvisazione ha un ruolo fondamentale nella creazione dei suoi brani, basta o è necessario altro? 

È necessario vivere, per me. Ho bisogno di vivere cose o di sentire racconti di esperienze e questi finiscono poi nella mia musica. Quando scrivo un testo è sempre pieno di realtà, a volte è completamente dedicato a una storia reale ( come i pezzi del mio disco “Anna “ o “Avere vent’anni ai tempi della terza guerra mondiale”), altre volte no. Metto sempre qualcosa di vero in quello che racconto. Quindi questo, oltre a improvvisare, a suonare dal vivo, ho bisogno di esperienze, di fare, di ascoltare le emozioni di chi mi circonda.

Come si fondono l’esperienza musicale e umana nei suoi lavori?

La musica per me è un’esperienza umana, sempre. Ci sono tanti brani che ho registrato secondo me in un modo “mediocre” ma dal vivo li ho cantati un sacco di volte e migliorati molto, la musica è viva e ho bisogno di farla insieme agli altri perché abbia senso. In più la mia esperienza umana personale è in tutto quello che scrivo, come dicevo prima. E se devo parlare di Cantautorap basti pensare che abbiamo portato in studio dodici persone di 7 nazionalità diverse, chiuse per 5 giorni in uno studio senza conoscersi prima. È stata sicuramente un esperienza prima umana che musicale! La musica che ne è risultata parla da sola.

Quali storie ci racconta il suo disco Cantautorap?

Storie che non passano sotto i riflettori. “MC”, il primo brano, parla di me. “Voyager” racconta le incomprensioni, che ti portano dall’amore all’odio. “Anna” è dedicata a una signora di 96 anni della collina torinese. “El vagabondo” e “Lo squalo” sono pezzi che ho fatto più per divertirmi, ma anche lì racconto storie. “Avere vent’anni ai tempi della terza guerra mondiale” racconta tre storie, tre ragazzi, era il 2014 e avevano tutti e tre vent’anni, è ambientato a Istanbul. “Buonanotte mon afrique” racconta dell’umanità, della fragilità di come si nasce e si muore, di chi parte per un viaggio. Questo.

Sta lavorando a nuovi brani?

Sempre, ho tanti singoli in programma. Amo fare gli album e realizzare video, ma quest’anno mi sto divertendo a scrivere un po’ di tracce random con vari produttori, musicisti e rapper.

La sua Torino musicale e non.

A me Torino piace molto. Mi piace passeggiare per le sue strade, guardare i palazzi, le vie. Amo Barriera di Milano, penso che nei prossimi anni diventerà il quartiere più divertente e colorato della città. C’è tanta musica a Torino, tanta cultura. Peccato stiano sgomberando un sacco di spazi sociali, purtroppo alcune persone non sono in grado di capire la ricchezza che stanno violentando.

News, live in programma, appuntamenti.

Uscirà il video di “Anna”, un’intervista alla signora a cui ho dedicato l’omonima canzone. È un piccolo documentario più che un videoclip. La data certa non la so, probabilmente uscirà il week end del 10 febbraio. Da lì in poi ho in mente di pubblicare diversi singoli, molto diversi da cantautorap, cose un po’ più aggressive. Il mio focus è l’estate, spero di girare con un po’ di date portando in giro la mia musica originale, ma già adesso sono molto attivo. Faccio spesso dei dj set in cui mixo musica da ballare e animo il pubblico al microfono, chi mi segue su Instagram può vedere tutti gli appuntamenti.

Federica Monello