Oggi siamo abituati a vederla lì, statuaria, punto di riferimento. Ma la storia della Mole Antonelliana, sin dalle sue origini, fu costellata da problemi e storie avvincenti.
Qualche esempio? Prima il fallimento nella creazione della sinagoga, progetto iniziale, e poi i due temporali che ne lesionarono irrimediabilmente il punto più alto, causandone il crollo. Si, avete capito bene: la Mole Antonelliana, nella sua storia, si è spezzata ben due volte.
La scelta iniziale del suo progettista Alessandro Antonelli di collocarvi il Genio Alato in cima, al termine dei lavori, fu in qualche modo premonitrice di ciò che accadde all’edificio diversi anni dopo, in quei due episodi tristemente noti ai cittadini dell'epoca, che ne danneggiarono l’integrità.
Il primo, verificatosi l'11 agosto 1904, provocò proprio la caduta del Genio. Durante un violento temporale un fulmine colpì la guglia, causando il distacco della statua posta in cima. Questa però, fortunatamente, nonostante il suo peso notevole (circa 3 tonnellate), rimase in bilico sul terrazzo sottostante e non precipitò al suolo, non provocando vittime, ma solo un enorme sconcerto degli abitanti del circondario che, svegliati violentemente dal boato, non potettero far altro che assistere inermi all’accaduto.
Secondo la religione dell’antica Roma, il Genio è uno spirito protettore delle famiglie e dei singoli individui. Pertanto, la scelta di Antonelli di collocarlo in cima al simbolo di Torino, rispondeva all’idea di sostegno e tutela che esso avrebbe dovuto esercitare nei confronti della città, e dei cittadini in particolare.
E così fu anche per il secondo “trauma” subito dall’edificio. Ancora un violento nubifragio, ancora un fulmine a danneggiare la Mole, il 23 maggio del 1953. In quell’occasione, a staccarsi ed a crollare furono ben 47 metri di guglia, che finirono nel giardino antistante la RAI, anche stavolta senza provocare vittime.
Il Genio Alato, l’Angelo per i torinesi, aveva protetto di nuovo i cittadini. Nel 2008 fu collocato all'interno dell'edificio.
Inoltre, come accennato, vi furono modifiche anche rispetto allo scopo per cui la Mole Antonelliana era stata concepita. Inizialmente, infatti, essa doveva essere una sinagoga, essendo sorta sul terreno che la comunità ebraica torinese aveva acquistato per erigervi un tempio a seguito della promulgazione dello Statuto Albertino che, tra gli altri provvedimenti, aveva sancito la libertà di culto delle religioni non cattoliche. Ma a causa dei costi elevati dati dalle successive modifiche, e dei problemi strutturali causati dal peso elevato della struttura rispetto all’area coperta, la comunità ebraica abbandonò questo progetto.
Dal 2000 la Mole Antonelliana è sede permanente del museo Nazionale del Cinema, ospitando al suo interno numerosi reperti legati a questo mondo ed un allestimento particolarmente suggestivo.


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