E’ risaputo che gli italiani siano, dall’inizio della loro storia, un popolo scaramantico. La fede si è mescolata, da sempre, alle credenze popolari e, nel corso dei secoli, sono stati numerosissimi gli esempi di icone, oggetti, statue, ai quali si sono “affidati” per tentare di ottenere ciò che chiedevano nel segreto dei loro pensieri.
Uno di questi, a Torino, è senza dubbio il dito mignolo di un altorilievo bronzeo raffigurante Cristoforo Colombo, il celebre navigatore ed esploratore italiano a cui si deve la scoperta del Nuovo Mondo. Delle Americhe.
L'altorilievo è collocato in piazza Castello, sotto i portici della Prefettura, di fronte a Palazzo Madama. Raffigura Colombo, nell’intento di misurare il mappamondo col compasso. Sullo sfondo una caravella, per ricordare e rendere omaggio all’impresa compiuta dall’esploratore.
Realizzato dallo scultore Dino Somà in ricordo degli emigrati italiani che parteciparono alla Prima Guerra Mondiale, esso venne inaugurato il 12 ottobre 1923. La lapide di cui fa parte l’altorilievo reca questo messaggio di Paolo Rosselli: “A gloria perenne dei prodi che accorsi dall’America Latina caddero dal 1915 al 1918 intrepidamente pugnando nella guerra d’Italia. Pone il 12 ottobre 1923 l’Associazione Latino Americana come testimonianza eroica dell’unione vigorosa dei Latini d’Italia e d’America dei quali è uno il sangue, il genio, il cuore”.
Nella raffigurazione di Cristoforo Colombo, il mignolo è particolarmente in evidenza. A causa dei continui strofinii ha cambiato colore, diventando dorato, e si è assottigliato. In passato era diventato talmente sottile da dover essere sostituito più volte. Si narra che, toccandolo, oggi invochino fortuna soprattutto gli studenti universitari torinesi, per cercare di ottenere un buon esito negli esami.
Del resto... tentar non nuoce, no?