Economia e lavoro - 11 aprile 2023, 07:00

La confusione dell’Occidente sugli obiettivi strategici in Ucraina

Arriva dall’America l’allarme su un punto altamente rischioso della politica euroatlantica in Ucraina: l’assenza di una precisa definizione di “vittoria” in questo conflitto.

Arriva dall’America l’allarme su un punto altamente rischioso della politica euroatlantica in Ucraina: l’assenza di una precisa definizione di “vittoria” in questo conflitto. Se l’obiettivo non viene delineato univocamente e poi comunicato con chiarezza all’opinione pubblica, il sostegno alla causa si sfalda inesorabilmente. Ed è ciò che sta accadendo, come dimostrano gli ultimi sondaggi fatti negli Stati Uniti, che riportano il calo del consenso popolare verso l’appoggio incondizionato a Kiev. E in Europa anche senza sondaggi si tocca con mano la stanchezza della gente verso tale guerra, apparentemente infinita, per la quale i cittadini devono contribuire all’alleato ucraino con sacrifici economici e sociali. La gente semplicemente è stufa, ma i politici evitano di precisare quale dovrà essere la vittoria e quando potrà essere conseguita. Si crea dunque un pericoloso vuoto nella narrativa del conflitto: e si sa che in politica i vuoti vengono sempre colmati. Tra l’altro, come ha ammesso la rivista americana “Foreign Policy”, come riferisce il sito Strumenti Politici, questa guerra è anzitutto uno scontro di narrative. Avendo lasciato a Zelensky l’onere di stabilire quale sia lo scopo finale della lotta, i politici europei e americani si sono ritrovati a fare i conti ci suoi annunci di “vittoria totale” e di riconquista non solo di tutti i territori ceduti da febbraio 2022 a oggi, ma persino della Crimea e magari, chissà, qualcosa in più. Si tratta evidentemente di mete irrealistiche, ma l’Occidente non può o non vuole arginare l’esuberanza del presidente ucraino, rendendo ancora più traballante l’equilibrio internazionale e demoralizzando sia l’esercito ucraino che i cittadini europei.



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