E poe...sia! | 16 aprile 2023, 09:44

Gorgona come Alcatraz: l'ultima isola-carcere d'Europa e la sua rivincita

Il ruolo della Lav in una storia di uomini e animali

Isola di Gorgona (www.giglioinfo.it)

Isola di Gorgona (www.giglioinfo.it)

Conoscete l'isola di Gorgona

Si tratta della più piccola tra le verdi e selvagge isole del Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano. Un paradiso naturalistico nella provincia di Livorno, visitabile da turisti più o meno esperti, con percorsi trekking ed escursioni alle sue bellezze: torri e fortificazioni di epoca medicea, grotte e calette; il tutto incorniciato da una biodiversità faunistica rara, sviluppatasi grazie alla qualità delle acque marine.

Panorami mozzafiato e scorci da cartolina. Nulla a cui un italiano in vacanza non sia già abituato; purtroppo o per fortuna, il Bel Paese regala da sempre ai suoi abitanti alcune tra le più incredibili manifestazioni della Natura, in termini di paesaggi e vita animale.

Ma allora, perché mai cominciare l'articolo descrivendo l'ennesima destinazione da sogno da aggiungere alla lista? Non sia mai "E Poe...sia!" voglia trasformarsi in un blog di viaggi?! No amici miei, dormite sonni sereni: quello che voglio raccontarvi non ha a che fare con il luogo in sé quanto con ciò che ospita. 

Infatti, non in molti sanno che Gorgona è sede dell'ultima isola-carcere in Italia, anzi in Europa: la versione nostrana della tristemente più famosa Alcatraz. La ricchezza naturalistica, unita al fascino di un'isola modello di recupero sociale in cui i detenuti possono riscattarsi - tramite la cura all'ambiente (ulivi e vigne) e l'acquisizione di capacità tecniche, l'hanno resa una meta amata e rispettata. L'Amministrazione penitenziaria, perciò, nel rispetto del regime carcerario e della biodiversità, continua la sua opera di "divulgazione", avvicinando gli ospiti a una realtà differente eppure funzionale, faticosamente conquistata.

Tuttavia, come nelle migliori fiabe, non è tutto oro ciò che luccica. Perché se da una parte l'intenzione è nobile, dall'altra Gorgona è diventata simbolo di un fine che non giustifica i mezzi. Sull'isola, oltre alle suddette attività, purtroppo, per decenni ha avuto la sua sede un vero e proprio macello, in cui i detenuti erano impiegati.

Ed eccola qui, la storia di oggi. Il lieto fine che vi voglio raccontare: la Lega Anti Vivisezione, più conosciuta come LAV e di cui sono orgogliosa sostenitrice da anni, ha acquistato tramite regolare gara pubblica la struttura del mattatoio, ottenendo la chiusura dell'intero impianto. Per gli animali destinati a morte certa, la realizzazione di un sogno che profuma di miracolo: a centinaia di loro è stato garantito un futuro diverso, e, subito dopo la chiusura forzata dettata dall'emergenza sanitaria Covid, i primi 588 esemplari sono stati salvati dalla macellazione e trasferiti sulla terraferma, in sistemazioni adatte alle loro esigenze etologiche.

Dopo anni di lotte per mettere fine all'attività - decisamente poco centrata con l'obiettivo rieducativo imposto dall'art. 27 della Costituzione - nel 2020 è stato siglato l'accordo definitivo che ha trasformato la Casa Circondariale dell'isola in un modello di buone pratiche nella relazione uomo-animale. E così, gli ospiti della colonia penale hanno scritto la parola fine a un libro degli orrori di cui loro stessi erano stanchi esecutori e di cui non volevano più essere i protagonisti: capre, galline, bovini e maiali sono dunque sfuggiti alla macellazione, accolti in rifugi o adottati. Un diritto alla vita non più anelato, bensì riconosciuto. Ringraziamenti doverosi agli instancabili volontari della LAV, all'Amministrazione locale e all'allora Sottosegretario alla Giustizia Vittorio Ferraresi; una rivincita morale a tutti gli effetti, che ha coinvolto in primis le istituzioni, spesso colpevoli di miopia e di scelte poco lungimiranti, portate avanti da burocrati impreparati e poco sensibili. Questa volta tutti d'accordo, nell'affermare che l'obiettivo di una vita responsabile e libera dal crimine stoni palesemente con i lavori cruenti e disumani di un mattatoio e la sua catena di "smontaggio".

Per Gorgona si è scesi in piazza, sono state raccolte migliaia di firme, mobilitati cittadini e intellettuali (per citarne alcuni: Susanna Tamaro e Stefano Rodotà), lanciate mozioni parlamentari, tenute conferenze, scritti articoli... Se è vero che nulla di significativo si ottiene senza impegno, è pur vero che a volte quello stesso impegno vale doppio e ripaga delle mille fatiche necessarie a sradicare lo status quo etico-morale.

La ciliegina sulla torta? L'isola-macello si è trasformata in un laboratorio a difesa della vita e della dignità animale, che ha visto la nascita di un secondo laboratorio parallelo di Scrittura Creativa: i detenuti hanno cominciato con gioia il primo capitolo di un nuovo libro, il loro. Non più orrori ma personali racconti di formazione, in cui i protagonisti (questa volta non umani) prendono voce dal cambiamento coraggioso della politica penitenziaria e degli "abitanti" dell'isola. E così adesso, a smantellamento concluso, si apre una nuova parentesi a favore del rapporto riabilitativo e rieducativo tra uomo e animale, attraverso la cura e l'accudimento quotidiani.

E' giusto riconoscere alla LAV un ruolo chiave in questo progetto e conseguente successo; la distruzione di una figurativa matrioska, contenitore di due differenti violenze, entrambe oscure e inaccessibili, entrambe da migliorare.

Lascio il pensiero conclusivo alla Professoressa di Diritto Penitenziario Silvia Buzzelli, che ribadisce quanto "non basti mai lasciare le cose al caso... serve soprattutto coraggio per uscire dal pantano delle idee, stimolando pratiche che fondino responsabilizzazione individuale, vita degna, empatia”. Far questo “sarebbe un segnale di enorme valore nell'attuale fase dell'Europa, allo sbando, intenta a tracciare confini con il filo spinato e a costruire nuove gabbie".

La poesia di oggi è anch'essa frutto di un laboratorio creativo, a cui io stessa ho partecipato; sabato 17 dicembre 2022, ultimo dei sei appuntamenti tenuti presso la Casa Circondariale Lorusso e Cotugno di Torino, i detenuti del padiglione C scrivevano:

Pietre ferme sul manto nevoso

Speranzose di calde primavere

Muoviamo pensieri di cose non vere

In attesa del giorno bramato e glorioso

L'anima mia non sente più niente

Adagiata sul mondo come inchiostro sul foglio

Scrivo e mi macchio ma resto silente

Guardateci adesso bianchi d'orgoglio

(Tratto dall'antologia "Evasione Poetica cap. II")


Questo verso in particolare:

"In attesa del giorno bramato e glorioso"

Che sull'isola di Gorgona sia già arrivato?

Che la buona umanità possa ancora vincere la sua lotta contro il tempo?

 

Pensateci su.

Alla prossima


(Fonte delle informazioni: Impronte, periodico di approfondimento edito dalla LAV)

Johanna Poetessa

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Johanna Finocchiaro

Buongiorno, Good morning, Bonjour, Buenos Días, Namasté!
Sono Johanna. Classe 1990, nata a Torino, appassionata di musica, viaggi, lingue straniere e poesia. Già, POESIA.
Scrivo sin dalla tenera età (mi sono innamorata di lei al nostro primo incontro, alle scuole elementari) e leggo, leggo tanto, sempre e ovunque. La mia massima fonte d'ispirazione è la natura e l'arte sua complice: mi conquistano l'immediatezza, la forza comunicativa, la varietà di forme e concetti espressi, la contraddizione.
Viaggiando ho compreso quanto il mondo sia immenso, dinamico ed io piccola. Mi ci sono adattata, pian piano, stravolgendo i piani e spostando i limiti. Oggi, continuo ad essere curiosa. E gioiosa. Mi occupo di divulgazione culturale e ho all'attivo quattro pubblicazioni: Clic (L'Erudita Editore), Ramificare (Eretica Edizioni), Specchi (Scrivere Poesia Edizioni), L'Atto versato (Edizioni Il Cuscino di Stelle). Obiettivo primario: sostenere una cultura consapevole, socialmente impegnata.
Mi trovate anche su Wikipoesia!

E POE...SIA!
Questa rubrica nasce sotto una buona stella o così mi piace pensare; si propone, con determinazione, di avvicinare il lettore a un genere letterario incompreso quanto testardo: la poesia.
Perché no!? Perché non recuperarla dal cassetto, vestirla con abiti nuovi, freschi, darle una possibilità? La possibilità di emozionarci, semplicemente questo: riflettere, sentire qualcosa, qualsiasi cosa, con e grazie a Lei.
Allontaniamoci dall'impostazione scolastica e dall'“analisi del testo”, lasciando spazio, invece, all'analisi del SENSO. Senso che sta per ragione e sensazione insieme. Impariamo a cercare la domanda, prima della risposta. E accendiamo il pensiero, tra racconti e storie positive che vado scovando per il mondo. Che dite, ci lanciamo nel viaggio? Al trasporto provvedo io!

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