Botticelli non era certo torinese. E nemmeno la sua Venere. Pure la Mole - nel video promozionale della campagna - fa un'apparizione piuttosto fugace, ma c'è tanto di sabaudo nell'iniziativa che il Governo e il Ministero del Turismo hanno voluto lanciare in questi giorni per spingere ancora di più l'immagine dell'Italia nel mondo. Quella con la Venere che abbandona la conchiglia dove è stata resa icona immortale e si traveste da influencer virtuale, facendosi selfie davanti alle piazze e ai monumenti italiani più importanti. Ad accompagnarla, lo slogan "Open to Meraviglia".
La campagna è firmata Armando Testa
La campagna, infatti, è stata realizzata dall'agenzia Armando Testa, un nome che rappresenta di per sé un'icona a livello nazionale (e internazionale) quando si parla di pubblicità.
Sono firmate Armando Testa, infatti, alcune delle campagne pubblicitarie diventate parte della storia del nostro Paese. Dall'ippopotamo blu che reclamizzava pannolini alla mitica caffettiera Carmencita, con il suo Caballero. E poi ancora Papalla e molti altri personaggi usciti dal piccolo schermo (e da Carosello) per entrare direttamente nel mito.
Sui social impazza il dibattito
E anche con l'ultima campagna promozionale non si può negare che il messaggio sia passato sotto silenzio. Anzi. Da quando è stata pubblicata l'iniziativa, infatti, le reazioni sono arrivate a pioggia. E sui social, nel dibattito, non mancano (anzi) le voci negative. Tanti infatti criticano la scelta e lo stile. Lo stesso Vittorio Sgarbi si è dichiarato poco soddisfatto.
Severo anche il giudizio del sindaco di Firenze, Dario Nardella, dove la Venere è di casa, trovandosi agli Uffizi. "Perché banalizzare così l'Italia? Perché ridicolizzare le nostre opere d’arte? La Venere di Botticelli è unica. È uno dei simboli della bellezza dell'Italia e testimonianza della grandezza del Rinascimento fiorentino. Usarla con una maglietta addosso mentre mangia una pizza per pubblicizzare l'Italia nel mondo credo sia una scelta infelice e ingiusta per la nostra cultura", ha scritto in un post su Facebook.
Ma ci sono anche voci a difesa della campagna pubblicitaria. Come quella di Riccardo Pirrone, ovvero la firma che sta alla base delle trionfali campagne di comunicazione di Taffo. "A me la Venere di Botticelli influencer piace - dice sulle pagine del Sole 24 Ore -. Mi piace perché è falsa come la più brava delle influencer. È un po' ciclista al Colosseo, ma senza pista ciclabile; è mangiatrice di pizza, ma magrissima perché ritoccata; è turista impegnata, ma Piazza San Marco fa solo da sfondo al suo selfie, ovviamente con filtro bellezza. Mi piace quando fa la ventriloqua con i capelli al vento si vanta del suo passato, ma ricorda a tutti che oggi è lei a rappresentare l’talia". E aggiunge: "Non potevamo chiedere di meglio secondo me, anche perché la nostra Virtual Influencer è diventata subito virale, ne stanno parlando tutti e ovviamente la stanno criticando. È il mondo dei social ad essere cattivo, lei fa solo il suo lavoro".