L’allattamento al seno è un percorso che può rivelarsi molto affascinante e, per molte mamme, altrettanto complesso. Ecco perché, soprattutto se si è alla prima esperienza di maternità, è importante conoscere alcune dritte che permettono di gestire al meglio il tutto.
L’importanza della spremitura manuale del seno
Fin dalla gravidanza, è importante allenarsi nell’effettuare la spremitura manuale del seno. Si tratta di una procedura che, durante la gestazione, permette di far uscire il colostro, ossia il prezioso liquido che rappresenta il primo alimento del neonato.
In merito al suo ruolo, è bene rammentare l’importanza di non preoccuparsi se la montata lattea non dovesse arrivare subito dopo il parto. Per i primi giorni successivi alla nascita, infatti, il colostro rappresenta una fonte di sostentamento completa per il neonato, anche se le quantità sono esigue.
I possibili problemi di suzione
Nel caso in cui ci si dovesse accorgere che il neonato prende il capezzolo in punta o non tiene in bocca l’areola - non importa che la includa nella sua totalità, quello che conta è che la maggior parte di questa zona del seno sia nella bocca del piccolo - vuol dire che, molto probabilmente, c’è un problema di suzione alla base.
Per evitare di avere a che fare con criticità come le ragadi - veri e propri tagli che necessitano di essere trattati e di rimarginarsi - è bene contattare professionisti come l’ostetrica, in grado di fornire consigli su eventuali cambi di posizione durante l’allattamento, e l’osteopata. Il professionista in questione, invece, ha il compito, previa valutazione della suzione, di effettuare manipolazioni utili risolvere le eventuali contratture muscolari che impediscono al piccolo di aprire completamente la bocca.
Comodità prima di tutto
L’allattamento deve essere un’esperienza all’insegna della comodità. Ecco perché, quando si nutre il proprio piccolo, è bene mettersi in luogo all’insegna dell’intimità e cercare, per quanto possibile, di avere la schiena appoggiata. Un altro consiglio interessante prevede il fatto di appoggiare il braccio. Sostenere 3 - 4 kg con la muscolatura in attivazione è tutto tranne che semplice.
Si è brave mamme anche se si allatta artificialmente
L’allattamento al seno è consigliato dall’OMS come forma di nutrimento esclusivo almeno fino ai 6 mesi. Non sempre, però, il latte materno è sufficiente. Sono diversi i fattori dietro a questo quadro. Tra questi rientra, per esempio, la fine delle richieste del bambino durante la notte. Da non dimenticare sono anche condizioni cliniche come l’insulino resistenza.
In questi casi, dopo aver acquistato il latte artificiale più digeribile per neonati - soprattutto nei primi tre mesi, è alto il rischio di avere a che fare con le colichette - bisogna, esattamente come quando si allatta al seno, cercare un contesto intimo e rilassante in modo da vivere serenamente l’interazione con il proprio bimbo.
Il fatto di allattare artificialmente non compromette la coesione tra mamma e figlio, che viene nutrita attraverso gli sguardi e il contatto fisico.
I bambini sanno autoregolarsi
Non bisogna allarmarsi se, con l’introduzione dell’alimentazione complementare, il numero di richieste del seno diminuisce già dai primi giorni. I neonati hanno un’autoregolazione meravigliosa. Se il piccolo chiede meno il seno anche a fronte dell’assunzione di una quantità ridotta di cibo solido o semi solido, vuol dire che è sazio.
Il latte dopo l’anno non diventa acqua
Le mamme che scelgono di allattare anche dopo il compimento dell’anno del proprio bimbo si sentono spesso dire “Ora il latte è diventato acqua”. Non è affatto vero! La scienza ha più volte dimostrato il suo essere più ricco di nutrienti rispetto al latte dei primi mesi. Il motivo è molto semplice: le poppate sono meno e la natura, con la sua perfezione, concentra maggiormente i nutrienti che caratterizzano il primo alimento dell’essere umano.