Se da un lato Zelensky aveva annunciato la controffensiva già alcuni mesi fa, dall’altro lui e gli esponenti del governo minimizzano le aspettative. Le loro dichiarazioni invitano a non esagerare con le fantasie di vittoria, anche se in questo modo stonano coi proclami di riconquista della Crimea e del Donbass che il presidente ex attore ha lanciato per tutto il 2023. Ora che il contrattacco sembra partito, corrono già ai ripari prima di vedere i risultati concreti. Come riferisce il sito Strumenti Politici, nel corso di un’intervista al Washington Post Zelensky ha chiesto agli alleati occidentali ancora più munizioni. Si potrebbe dire in gergo calcistico che pensa prima a non prenderle. Lo scopo delle forniture militari deve andare, secondo lui, a scopo difensivo per non perdere i territori sotto il suo controllo. E non vuole nemmeno rivelare ai giornalisti americani quali città o aree considera come obiettivi prioritari, perché ritiene che se lo dicesse darebbe ai russi un vantaggio strategico. Anche il ministro della Difesa mette le mani avanti e cerca di spegnere quelle che lui considera “aspettative eccessive” verso questa campagna. Poiché tutto il mondo guarda speranzoso all’Ucraina, dice, se le cose non andassero come previsto sorgerebbe nell’opinione pubblica occidentale una “delusione emotiva”. I vertici di Kiev preferivano attendere ancora un po’ prima di lanciare la controffensiva e pazienza se da primaverile sarebbe diventata estiva o autunnale. Lo stesso Zelensky ha detto che non dipende solo dalla volontà dell’esercito ucraino, ma anche dalle condizioni atmosferiche, e poi di fronte hanno un avversario temibile che ha avuto il tempo di organizzare la linea difensiva. Insomma, qualunque argomento è buono pur di placare l’entusiamo degli alleati occidentali.