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Attualità | 10 giugno 2023, 13:52

Matteo Devecchi, dal PoliTo a Parigi: "Un sogno? Portare nello spazio una vite di Barbera d'Asti"

Matteo Devecchi, 28 anni, vive e lavora a Parigi per la startup americana Interstellar Lab ed è l'unico italiano nel team

Matteo Devecchi, dal PoliTo a Parigi: "Un sogno? Portare nello spazio una vite di Barbera d'Asti"

Sono appassionata di film di fantascienza fin da bambina. Lo spazio, i pianeti, i viaggi nel tempo, gli astronauti. Come si fa a non rimanerne affascinati?

Chiacchierare in videocall con Matteo Devecchi è stato magico. Ha tre anni in più di me, è del 1994. Matteo è un ingegnere aerospaziale. Fa un mestiere incredibile. Sogna a occhi aperti e... ha fatto sognare a occhi aperti anche me.

Matteo, che rapporto hai con l'Astigiano, tu che da qualche tempo vivi a Parigi?

Sono nato e cresciuto ad Asti, ho frequentato il Liceo Scientifico lì, la mia famiglia è ad Asti. Ho un rapporto molto stretto con la città, cerco di tornare il più possibile e ogni volta che ci torno per me è un momento di relax. Asti, in confronto a Parigi, è molto tranquilla.

Cosa intendi?

Di Asti amo il fatto che si possa vivere a piedi. Adoro prendere il caffè al bar, girarla in bici, anziché su affollate metro e bus. L'aria che si respira, entrare nelle piccole botteghe a comprare il pane, mi rilassa. Non avrà la Torre Eiffel, ma quanto è bella la Torre Troiana?

Come arrivi a Parigi? Parliamo un po' delle tue avventure accademiche e lavorative

Dopo aver concluso il percorso allo Scientifico, ho frequentato il Politecnico di Torino, scegliendo Ingegneria Aerospaziale. Successivamente ho deciso di specializzarmi nella progettazione di sistemi per lo spazio, in particolare su come si progettano sistemi di supporto alla vita per gli astronauti. Prima di arrivare a Parigi ho fatto tante esperienze all'estero. E ora vivo e lavoro qui da tre anni e mezzo, sono stato assunto da una startup americana, Interstellar Lab, che ha appunto una sede anche a Parigi. Sono un ingegnere progettista, lavoro sia su progetti di ambito terrestre che su attività relative all'ambito spaziale.

 

Dove sei stato prima di Parigi? Dove ti ha portato la tua passione?

Prima di Parigi sono riuscito a fare numerose esperienze all'estero grazie ai miei studi: a Tolosa, a Cannes, a Leicester, ma anche in Giappone e negli USA. Ho fatto varie esperienze accademiche legate a questo Master per progettazione di sistemi spaziali, al di fuori dell’Italia.

E... stai ancora studiando come portare la vite di Barbera d'Asti nello spazio?

Assolutamente sì, stiamo facendo ricerche e attività di sperimentazione. È un sogno che mi piacerebbe tantissimo poter realizzare, per il mio territorio, per la mia amata Asti. Ricerche, test e fasi sperimentali, però, in questo campo richiedono davvero tanto tempo (oltre che budget considerevoli). Normalmente ci vogliono anni per realizzare progetti del genere. Tutto ciò che viene portato nello spazio deve essere sicuro, testato al 100%. Nulla deve essere lasciato al caso. Ma... stiamo lavorando anche a questo!

 

Spendersi per il proprio territorio, anche nello spazio 

Credo che la storia di Matteo sia magica. Un po' perché tutto ciò che riguarda lo spazio e le sfere lontane della vita ci affascina e un po' perché Matteo è un giovane talentuoso che non dimentica le sue origini.

Si spende attivamente anche per il suo territorio, l'Astigiano. Un posto bellissimo, che vorrebbe solo un po' più di amore, per poi essere orgoglioso come deve. È incredibile pensare alla strada che è riuscito a fare Matteo, al mestiere che mette in pratica tutti i giorni, al suo spessore culturale. Ecco, Orgoglio Astigiano non è solo dedicato ai giovani, ma sono sempre più convinta che siano proprio le nuove leve a dover essere ascoltate, messe in luce, comprese. 

Toglimi una curiosità. La tua giornata tipo?

Vado a lavorare tutti i giorni. Parigi cerco di viverla in bicicletta. A lavoro siamo un team fatto di tanti giovani (ma non solo). Il mio è anche un lavoro di squadra e il team è internazionale. Ad oggi sono l'unico italiano presente. Le mie giornate sono molto dense di lavoro: è un mestiere che richiede tante energie e stiamo lavorando su diversi progetti.

 

Secondo il tuo punto di vista, le nostre terre sono davvero valorizzate?

Ci sono tante opportunità nell’Astigiano, si sta puntando molto sulle eccellenze e ce ne sono tante dal punto di vista vitivinicolo, paesaggistico, turistico. Ogni volta che torno ad Asti vedo sempre più gente, certo bisogna coglierle queste opportunità e questo forse è il mio consiglio. Bisogna sempre cercare di sfruttare al massimo le opportunità offerte dal territorio e reinventarsi di tanto in tanto. Inventare nuove cose, non serve necessariamente creare da zero qualcosa di complicato, ma aprire gli occhi e partire dalle bellezze che abbiamo.

Ti manca vivere ad Asti?

Tantissimo. Potessi fare il mio lavoro ad Asti lo farei subito. Mai dire mai, però, nella vita. Le occasioni potrebbero arrivare da ogni dove. Diciamo che il mio è un rapporto particolare con la città: quando sono a Parigi mi manca Asti, quando sono ad Asti penso a Parigi. Quello che mi manca di più dell'Astigiano? Il cibo. Ogni volta che cucino qualcosa di tipico a Parigi restano tutti stupiti.

Cosa cucini di solito?

Faccio spesso il bonet, ma il mio piatto preferito sono gli agnolotti del plin. 

A Parigi incarni l'Orgoglio Italiano e Astigiano. Gli astigiani ti fanno sentire il loro calore a distanza?

Sì! Diciamo che faccio un lavoro in un campo che fa sognare tante persone, lo spazio è sempre visto come qualcosa di lontano, ma che ognuno sogna. Un po' come l’astronauta. Quando torno ad Asti c'è sempre qualcuno pronto ad accogliermi e quando sono lontano ricevo messaggi da amici che si mostrano sempre interessati e affascinati da ciò che faccio. 

Un consiglio ai giovani sognatori come noi?

Sono sempre stato guidato dalla passione. Nella vita dobbiamo fare ciò che ci piace. Possiamo non riuscirci subito, ma dobbiamo seguire i nostri interessi, sono quelli che guideranno la nostra carriera. Ci sono tante esperienze che dobbiamo cogliere anche fuori dalla nostra città. Bisogna mettere in conto qualche sacrificio, come allontanarsi dalla propria città per inseguire i propri sogni. E in questo sono sempre stato sostenuto dalla mia famiglia, fin dal primo viaggio all'estero, uno scambio scolastico al liceo con la Svezia. All'inizio sarà difficile: sei da solo in un paese che non conosci, in mezzo a persone che non parlano la tua lingua. Ma imparerai tantissimo.

Elisabetta Testa

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