Attualità - 24 luglio 2023, 13:00

Carceri, l'Osapp denuncia: "Anche i medici delle Asl hanno paura a prestare servizio"

"E’ della massima urgenza - spiega il segretario generale Leo Beneduci – che le autorità politiche prendano coscienza della gravità dei problemi della Giustizia in Italia"

“Dalle preoccupanti notizie che ci pervengono e che abbiamo appreso informalmente, per la prima volta nelle carceri italiane, a nostra memoria, anche i sanitari delle AA.SS.LL. incaricati hanno timore di entrare negli istituti penitenziari e prestarvi servizio.” è quanto si legge in una nota a firma di Leo Beneduci, segretario generale dell’O.S.A.P.P. (Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria).

“In base a quanto ci viene riferito, infatti – prosegue il sindacalista – fermi restando i servizi essenziali e gli interventi di pronto soccorso, al fine prioritario di garantire la sicurezza dei dipendenti delle AA.SS.LL., la ‘tendenza’ sarebbe quella di concentrare le attività in un numero minore di ambulatori interni e quindi di utilizzare un minor numero di addetti alla sanità penitenziaria”.

“Benché le cause degli attuali e gravi rischi per l’incolumità di medici ed infermieri addetti al carcere si tenda a riferirle alle gravi carenze negli organici del personale di Polizia penitenziaria che non sarebbero più nelle condizione di garantire adeguati requisiti di sicurezza e funzionalità interna – indica ancora il leader dell’O.S.A.P.P. – è oramai evidente che le ragioni di disagi, disservizi e rischi per chi si trova ad operare, a qualsiasi titolo, nell’ambito delle infrastrutture penitenziarie siano da attribuire all’incuria ed alla disorganizzazione che da tempo affliggono il sistema".

"Se, infatti, non si è lontani dal dover immaginare in un futuro ormai prossimo gli istituti penitenziari italiani, al pari delle carceri di alcune realtà del Sudamerica, in completa decadenza nelle infrastrutture, con il caldo opprimente e senza aria né acqua correnti, con poco personale che si occupi del funzionamento e dell’incolumità degli stessi ‘utenti’ e, persino, privi dei servizi medico-sanitari interni, risulta assai difficile comprendere perché tale innegabile realtà continui a restare del tutto estranea dalle preoccupazioni e dalle iniziative dei principali responsabili dell’Amministrazione penitenziaria in ambito centrale e territoriale".

“E’ quindi della massima urgenza - conclude Beneduci – che le autorità politiche del Dicastero di via Arenula a Roma prendano coscienza che i problemi della Giustizia in Italia riguardano anche il carcere e provvedano per la designazione alla guida del sistema penitenziario, con i necessari poteri di intervento e soluzione, di figure di adeguate capacità".

comunicato stampa