I nocciolini di Chivasso, città distante una ventina di chilometri da Torino, sono dei minuscoli dolcetti grandi quanto un'unghia e dalla forma particolare, di mezza cupola o di una piccola goccia.
Al pari di molti altri prodotti tipici essi affondano le loro radici in un'epoca antichissima. I nocciolini, infatti, nacquero intorno al 1850 ad opera del pasticciere Giovanni Podio.
Molti decenni dopo, il genero di Podio, Ernesto Nazzaro, portò questi dolcetti alle Esposizioni Universali: presso quella di Parigi nel 1900, e a quella di Torino nel 1911. A seguito di questi eventi essi ottennero un successo straordinario tanto che, nel 1904, Nazzaro ottenne il brevetto e il marchio di fabbrica del Ministero del Commercio del Regno d'Italia. Successivamente, il principe Vittorio Emanuele III di Savoia e i duchi di Genova concessero al produttore dei tipici dolcetti il titolo di "Fornitore della Real Casa".
Originariamente chiamati Noisettes (nocciole in francese) o Noasèt (in piemontese), i nocciolini sono costituiti dall'unione di pochi e semplici ingredienti: zucchero, albume d'uovo e poi l'elemento principe, le nocciole Tonde Gentili delle Langhe sgusciate e tostate. Essi vengono uniti in speciali macchine; all'impasto viene conferita una consistenza "colante" e successivamente esso viene trasferito in una macchina colatrice che ne fa gocciolare minuscole quantità su fogli di carta paglia, fatte poi asciugare per quindici o venti minuti prima di cuocerle in forno.
L'origine del loro nome attuale, invece, risale al fascismo, a causa delle direttive del regime che vietavano di utilizzare termini stranieri.
Ideali da accompagnare allo zabaione tanto che, proprio a Chivasso, nel 1982 è nata la Confraternita dël Sambaion e djj nocciolini, queste piccolissime meringhette a base di nocciole sono state insignite del riconoscimento P.A.T (Prodotto Agroalimentare Tradizionale) e sono alcuni tra i dolcetti più diffusi sul territorio regionale e non solo.