Andrea ha passato una notte tranquilla, ancora con un bassissimo livello di sedazione e con il papà, Paolo, al suo fianco. E' così che la domenica è diventata lunedì, la famiglia distrutta dal dolore per la tragedia di sabato, a Caselle, dove lo schianto al suolo di una delle Frecce Tricolori ha causato l'incendio dell'auto in cui è morta la piccola Laura, la sorellina di 5 anni.
Secondo il report diffuso dall'ospedale Regina Margherita, i medici medicano costantemente le ustioni sul 30% del corpo del bimbo di 12 anni. È in buone condizioni generali e viene seguito dalle psicologhe cliniche.
Per ora resta ricoverato nella Rianimazione dell'ospedale Regina Margherita (diretta dalla dottoressa Simona Quaglia) solo per motivi precauzionali e di monitoraggio. La mamma Veronica, al momento, è ricoverata nel reparto di Chirurgia plastica dell'ospedale Cto (diretto dal dottor Fabrizio Malan), dove le vengono medicate le ustioni.
E' stato invece annullato il sorvolo delle Frecce tricolori previsto per la mattinata di oggi sulla città di Aosta.
Intanto, in poche ore, ha raccolto 5000 firme la petizione online lanciata su Change.org da Mauro Silvio Martorano a seguito dell’incidente che ha coinvolto le Frecce Tricolori; l’appello chiede di abolire del tutto le manifestazioni delle Frecce. "Perché pagare un conto così salato? A cosa servono queste manifestazioni di arrogante destrezza militare?”, si legge nel testo della petizione.
Che prosegue, spiegando: “al di là del caso specifico, perché continuare a pagare gli alti costi economici per manifestazioni totalmente inutili oltre che pericolose? Continuiamo peraltro a declamare stancamente il refrain della transizione ecologica, ma contemporaneamente manteniamo in vita carrozzoni di spettacoli altamente inquinanti oltre che economicamente dispendiosi. Possiamo permettercelo? Non sarebbe opportuno e salutare eliminare queste inutili manifestazioni e destinare i risparmi a un servizio ospedaliero? Non sarebbe altrettanto opportuno chiedere il parere dei cittadini per attivare o mantenere “servizi” non solo palesemente superflui ma sempre nocivi se non addirittura pericolosi? Anche perché il costo lo paghiamo noi!”, conclude l’appello.