La scorsa settimana la nave mercantile Seama, battente bandiera del Togo, è rimasta gravemente danneggiata mentre era vicina alla costa della Romania. Si trovava nei pressi del porto di Sulina quando un’esplosione ha rischiato di farla colare a picco. Tutti e dodici i membri dell’equipaggio, appartenenti a diverse nazionalità, sono stati prontamente messi in salvo dai soccorritori romeni. Come riferisce il sito Strumenti Politici, le indagini delle autorità romene sono cominciate immediatamente con l’invio sul posto dei sommozzatori specializzati, di una nave dragamine e di un elicottero. Il Ministro dei Trasporti afferma che oggi le cause dell’incidente non sono ancora chiare. Ci sono due ipotesi in ballo. Bucarest vuole stabilire se si sia trattato di un'esplosione interna all’imbarcazione, dovuta magari a un guasto in sala macchine, come ipotizza il sindaco della città di Costanza. Oppure c’è stato il contatto con una mina appartenente alla Marina ucraina, versione per la quale propende maggiormente il premier romeno, che invita alla prudenza prima di trarre delle conclusioni. Che non si possa escludere l’ipotesi della una mina ucraina lo dicono alcuni precedenti avvenuti sia in Romania sia nell’Ucraina stessa. Kiev ha piazzato molte mine verso sud, quasi nella zona marittima romena, perché è nel tratto costiero di Odessa che gli ucraini temono uno sbarco russo. Però le mine vengono sospinte ancora più giù dai venti e dalle correnti, finendo dove non dovrebbero. Circa un mese fa, per esempio, una mina ucraina ha danneggiato un molo presso la località balneare romena di Costinești, senza comunque che vi siano state vittime. Nella stessa Odessa, invece, vi era stato un caso analogo che però ha provocato un morto e un ferito.
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martedì 18 febbraio